Pier Luigi Castagnetti a Sarsina: “L’Europa deve parlare la lingua degli ultimi”

L'Ex parlamentare Pd invitato dalle Acli: "L'Ue va avanti se si ricomincia dalle radici"

Castagnetti a Sarsina con le Acli

Un’Europa che cerca ancora la sua strada, tra identità da difendere e progetto da rilanciare.

La festa della “casa comune”

È quanto emerso lunedì sera 28 aprile a Sarsina in un incontro organizzato dalle Acli Valle Savio (il primo dopo la costituzione del sodalizio) con la partecipazione di Pierluigi Castagnetti, politico ora in pensione ed ex parlamentare europeo dal 1994 al 1999. Un incontro che si inserisce nelle celebrazioni del 9 maggio, festa dell’Europa, a 75 anni dalla dichiarazione dell’allora ministro degli esteri francese Schuman, in un momento storico in cui la “casa comune” è stata ancora una volta messa in discussione, e in cui le mosse scomposte alla Trump ci interrogano sul rilancio di un modello che va protetto con orgoglio. E si inserisce naturalmente nel solco della grande tradizione europea sarsinate con l’avvio, nel 1956, dei gemellaggi e col sindaco Lorenzo Cappelli che ne sposò in pieno la causa.

Radici cristiane e democristiane dell’Europa

Un excursus storico da parte di Castagnetti ha aperto il dibattito, partecipato, sul futuro dell’Europa che, per l’ex deputato Pd, “è un’entità politica non completata”. Ma alta negli ideali di chi ne ipotizzò l’architettura, cioè “il pensiero politico cattolico”. Che trovò espressione in uomini di alta caratura morale, come “don Sturzo che già nel 1928 in esilio dall’Inghilterra parlò di Stati Uniti d’Europa”. Del resto, “l’idea di un’Europa senza guerra e l’idea della pace tra le nazioni – ha detto Castagnetti – è fortemente di stampo cristiano cattolico”. Nel processo di costruzione europea, ha anche rimarcato l’importanza del manifesto di Ventotene redatto nel 1941 da un gruppo di giovani antifascisti che, per quanto aderenti al comunismo sovietico che non vedeva di buon occhio l’Europa unita, ne scrissero uno dei testi fondanti. Le radici cristiane dell’Europa ben si delineano negli anni ’50 quando “inizia il processo di costruzione europeo con due alsaziani cattolici, il francese Robert Schuman e il tedesco Konrad Adenauer. Capirono l’importanza di unirsi per gestire quelle che erano le principali risorse energetiche di allora, il carbone e l’acciaio, di cui i rispettivi paesi erano ricchi”. L’Italia non ne aveva grandi giacimenti, ma qui si inserisce l’altro grande padre fondatore, Alcide de Gasperi, presidente del Consiglio, democristiano, il quale intuì che in quel contesto avrebbe potuto nascere una storia nuova, e decide di “inserire l’Italia proprio lì dentro”. De Gasperi ottenne di infilarsi nella Ceca che stava nascendo, “non chiedendone solo il permesso, ma partecipando al dibattito in maniera attiva, e chiedendo di mettere insieme anche gli eserciti, la Ced”.

Un momento della serata a Sarsina con Castagnetti

Un progetto incompiuto

Il resto è la storia di un progetto rimasto incompiuto, con i tre padri che sono arrivati davvero a un passo da un disegno ardito, la costituzione degli Stati Uniti d’Europa. Progetto arenatosi nella travagliata fase di ratifica dei trattati, quando in Francia i partiti nazionalisti ne respinsero la proposta politica di federazione. L’unità di mercati e l’unità di moneta esistono, ma con l’anomalia di essere prive di una direzione politica e di un governo federale. Oggi il processo di integrazione europea sembra aver preso una strada diversa, tanto da occultarne le radici cristiane, e da essere messo in difficoltà dal fenomeno sovranista. “L’Europa è un luogo in cui noi credenti abbiamo investito molto – spiega Castagnetti -. Oggi siamo però di fronte a un’umanità che è cambiata”. Per l’ex parlamentare, è cambiata 40 anni fa, prima del processo di globalizzazione, con i governi Tatcher e Reagan: “Il capitalismo occidentale trova terreno fertile qui”. Uno dei problemi dell’Europa è “certamente quello del veto dei singoli stati nella politica estera, ma anche l’orientamento della politica all’individualismo con partiti che incrementano questo modo di pensare”.

Ricominciare un cammino

Si chiede Castagnetti: “come si può spiegare a costoro il problemi dei migranti?”. E ancora, “la pedagogia di papa Francesco ci insegna che la tua vita mi riguarda perché è la mia vita. Se stai male tu, sto male anche io. Gli immigrati allora mi interessano”. Allora, “L’Unione europea deve parlare la lingua degli umani che vivono questo tempo storico, deve parlare il linguaggio degli ultimi. La nostra casa comune deve ricominciare un cammino. Si va avanti se si ricomincia”.