Addio al poeta cesenate Stefano Simoncelli

Morto questa mattina, martedì 20 maggio, in ospedale. Nel 2023 era stato finalista al premio Strega

Foto Sandra&Urbano fotografi

Stefano Simoncelli è morto questa mattina, martedì 20 maggio, in ospedale per un male incurabile. Nato nel 1950 a Cesenatico, è stato uno dei redattori di ‘Sul Porto’, la rivista di letteratura e politica a cui collaborarono, tra gli altri, poeti come Pasolini, Bertolucci, Caproni, Sereni, Fortini, Raboni e Giudici.

L’esordio con Via dei Platani per Guanda nel 1981

Ha esordito nel 1981, con la raccolta ‘Via dei Platani’ (Guanda) a cui è seguito, nel 1989 il libro ’Poesie d’avventura’. Si riaffaccia sulla scena letteraria nel 2004 con ‘Giocavo all’ala’ per Pequod e nel 2006 ‘La rissa degli angeli’. Da allora ha pubblicato numerosi libri di poesia, tra cui, ‘Terza copia del gelo’, ‘Hotel degli introvabili’, ‘Il collezionista di vetri’, Prove del diluvio’, ‘Residence Cielo’, ‘La paura dei tuoni’. E nel 2022, ‘Sotto falso nome’, sempre per Pequod, finalista nella cinquina al Premio Strega Poesia del 2023, a seguito di cui l’Amministrazione comunale di Cesena gli ha conferito un riconoscimento. In quell’occasione affermò: “A cosa serve la poesia? È come una bussola, aiuta ad attraversare le tempeste”. In città ha organizzato diverse rassegne poetiche, collaborando con l’associazione Poesis e, in precedenza, con la bottega fotografica di Sandra e Urbano in corte Dandini. 

Le parole di Lucianna Argentino su L’indipendente

Lo descrive così la collega Lucianna Argentino sul magazine di cultura e musica ‘L’Indipendente’. “La poesia di Simoncelli è come il suo stesso respiro, il tono della sua voce, come il suo sguardo che si muove vivace sul mondo circostante a volerne carpire al volo il segreto che sente risuonargli dentro. L’evento che, come racconta in un’intervista, ha attivato in lui il cromosoma della poesia è stata la morte della madre. Quell’evento luttuoso, a cui purtroppo ne sono seguiti altri, il padre, la moglie, ha lacerato il velo che separava lui già poeta, perché Simoncelli crede che poeti si nasce, dalla poesia. Dal dolore è dunque sgorgata la parola poetica attraverso la quale però il poeta, nonostante la malinconia e direi pure un profondo senso di nostalgia che percorre la sua poesia, ci fa sentire tutto il suo amore per la vita, la gratitudine verso i genitori, verso l’amata moglie e intrattiene con essi un fitto dialogo. I suoi cari morti non sono però dei fantasmi, perché egli attraverso la poesia li riporta in vita, disincarnati sì, ma vestiti della carne vivente della poesia e dunque quanto mai veri e presenti. Una sorta di tramite tra il tempo e l’eternità, o anche di guide, di ombre che dall’aldilà rischiarano la quotidianità del poeta. Quindi il dialogo con i morti è in realtà un dialogo che Simoncelli intrattiene con la ricchezza della vita che ci rimanda attraverso immagini vivide in cui si dipana il racconto di un’esistenza che pure nel ‘ventre stremato dell’ombra’ accoglie e dona luce e bellezza”.

**** notizia in aggiornamento ****

Alla notizia del lutto, il sindaco di Cesenatico Matteo Gozzoli scrive: «Incrociavo spesso Stefano qui sul porto canale, ci fermavamo per una chiacchiera o per una battuta ed è un grande dolore per tutti noi pensare che non ci sia più. Dagli anni ’70 a oggi è stato uno dei protagonisti della vita culturale e letteraria di Cesenatico insegnando a tutti noi come anche la provincia possa arrivare alla ribalta nazionale grazie al talento. Ciao Stefano, Cesenatico non potrà dimenticarti».