Dalla Chiesa
Coronavirus. Il Papa: l’Europa cresca unita nella fratellanza
Papa Francesco ha presieduto questa mattina, come sta facendo tutti i giorni dall’inizio della pandemia, la Messa a Casa Santa Marta nella quinta domenica di Pasqua. Nell’introduzione, ha rivolto il suo pensiero all’Europa:
In questi due giorni passati, ci sono state due commemorazioni: il 70.mo della Dichiarazione di Robert Schuman, che ha dato inizio all’Unione Europea, e anche la commemorazione della fine della guerra. Chiediamo al Signore per l’Europa, oggi, che cresca unita, in questa unità di fratellanza che fa crescere tutti i popoli nell’unità nella diversità.
Dal sito vaticannews.va pubblichiamo il testo integrale dell’omelia.
Il Papa ha centrato la sua omelia sulla preghiera. Ha commentato il Vangelo odierno (Gv 14, 1-12) in cui Gesù dice ai suoi discepoli che chi crede in Lui, anch’egli compirà le opere che Lui compie e ne compirà di più grandi, perché Lui va al Padre.
Questo passo del Vangelo – ha affermato Francesco – è la dichiarazione dell’accesso al Padre. Il Padre è stato sempre presente nella vita di Gesù che ha detto che il Padre ha cura di noi. Gesù è come se aprisse le porte della onnipotenza della preghiera: questa fiducia nel Padre che è capace di fare tutto. Per pregare ci vuole coraggio, ci vuole lo stesso coraggio per predicare. Abramo sapeva “mercanteggiare” con Dio. Così faceva anche Mosè, con coraggio. Pregare è lottare con Dio. Pregare è andare con Gesù dal Padre che darà tutto.
Quindi ha commentato il passo degli Atti degli Apostoli (At 6, 1-7) in cui i Dodici, di fronte al crescere della comunità cristiana, per non tralasciare la preghiera e il servizio della Parola, scelgono sette uomini pieni di fede per il servizio delle mense. Infatti, i discepoli di lingua greca mormoravano contro quelli di lingua ebraica perché, nell’assistenza quotidiana, venivano trascurate le loro vedove. Mormorare – ha osservato il Papa – è un’abitudine nella Chiesa. Pietro “inventò” i diaconi per assistere queste persone che avevano ragione di lamentarsi. Il compito del vescovo è pregare e predicare. Il vescovo è il primo che va dal Padre con coraggio e parresìa. È la preghiera del capo della comunità al Padre perché custodisca il popolo. E il popolo impara dal vescovo a pregare. È Dio che fa le cose della Chiesa ed è la preghiera che porta avanti la Chiesa. È triste – ha detto il Papa – vedere bravi vescovi indaffarati in tante cose, mentre la preghiera deve essere al primo posto: le altre cose non devono togliere spazio alla preghiera. La Chiesa – ha concluso Francesco – sa che senza questo accesso al Padre non può sopravvivere.
Ai tuoi piedi, o mio Gesù, mi prostro e ti offro il pentimento del mio cuore contrito che si abissa nel suo nulla e nella tua santa presenza. Ti adoro nel sacramento del tuo amore, l’ineffabile Eucaristia. Desidero riceverti nella povera dimora che ti offre il mio cuore; in attesa della felicità della comunione sacramentale voglio possederti in spirito. Vieni a me, o mio Gesù, che io vengo da Te. Possa il tuo amore infiammare tutto il mio essere per la vita e per la morte. Credo in Te, spero in Te, ti amo.
Papa Francesco ha terminato la celebrazione con l’adorazione e la benedizione eucaristica. Prima di lasciare la Cappella dedicata allo Spirito Santo, è stata intonata l’
Regína caeli laetáre, allelúia.Quia quem merúisti portáre, allelúia.Resurréxit, sicut dixit, allelúia.Ora pro nobis Deum, allelúia.
(Regina dei cieli, rallegrati, alleluia.Cristo, che hai portato nel grembo, alleluia,è risorto, come aveva promesso, alleluia.Prega il Signore per noi, alleluia).
Di seguito il link da cui poter rivedere e riascoltare l’intera celebrazione eucaristica