Gaza, Varagona: “Non è più possibile assistere inerti”

Per il presidente Ucsi "i giornalisti sono bersagli perché sono testimoni"

(Foto AFP/SIR)

“Credo non sia più possibile assistere inerti a quanto sta avvenendo in tante aree del mondo, colpite dalla guerra. Occorre fermare lo sterminio di intere popolazioni. A Gaza continua il massacro di massa. Anche in Cisgiordania – se ne parla poco – il controllo del governo si fa sempre più repressivo e sanguinoso”.

Morte all’internet point

Così Vincenzo Varagona, presidente Ucsi (Unione cattolica della stampa italiana) commenta l’attacco israeliano che ieri ha colpito un internet point frequentato da giornalisti e cooperanti, causando almeno 21 morti e 30 feriti. “I giornalisti e fotoreporter uccisi a Gaza sono quasi 230, secondo il Governo della Striscia. Come se non bastassero le decine di migliaia di morti – aggiunge Varagona – la fame usata come arma di annientamento, è stato attaccato un luogo che accoglieva i più fragili, i più indifesi, se ancora esiste una possibilità di difendersi in quella terra. Siccome uno dei problemi è anche chi continua a informare correttamente sul genocidio, con i missili si colpisce anche chi cerca di tutelare il diritto a informare e a essere informati”.

“Bersagli perché scomodi”

Varagona ricorda che “Ucsi, da sempre impegnata nella difesa della libertà di stampa e della dignità umana, esprime indignazione anche per questa ultima strage. Giornalisti, reporter, fotografi, cameraman sono bersagli perché sono testimoni, sono gli occhi del mondo sulle atrocità che vengono compiute. Vanno sconfitte sia l’indifferenza, sia l’impotenza. Ucsi sostiene l’iniziativa che parte dal mondo cattolico per un ministero della Pace e apprezza ogni iniziativa che riesca a porre fine a queste tragedie dell’umanità”.

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