Rivoluzione nella sanità o fine dell’umanità nelle cure?
Tra le frontiere più promettenti e controverse dell’intelligenza artificiale vi sono i “care robot”, ovvero quei dispositivi robotici in forma umanoide che si candidano a trasformare radicalmente l’assistenza a persone fragili, anziane e con disabilità, sollevando però anche interrogativi etici fondamentali sul futuro della cura.
Questi robot sono progettati per sostenere il personale sanitario in servizi specifici: rilevazione e valutazione dei parametri vitali, assistenza nella mobilità, prevenzione delle cadute e monitoraggio della sicurezza. Le loro potenzialità vanno dal supporto nelle attività quotidiane, come alzarsi e camminare, al controllo di pressione sanguigna e battito cardiaco, fino alla compagnia per migliorare il benessere emotivo dei pazienti.
Per comprendere la percezione pubblica di questa tecnologia, il Centro studi “Scienza&Vita” ha lanciato un sondaggio nazionale in vista di un seminario fissato per il mese di ottobre.
Il sondaggio mira a raccogliere opinioni, preoccupazioni e aspettative della popolazione comune su una questione che coinvolgerà direttamente le famiglie italiane.
Come spiega Beatrice Rosati, responsabile dell’iniziativa: «Se da un lato i care robot possono costituire un valido supporto, dall’altro la possibilità di affidarci a delle macchine in situazioni delicate solleva importanti questioni etiche e sociali e interrogativi sul modello di relazione e di cura che vogliamo».
I benefici dei care robot sono evidenti: potrebbero alleviare la pressione sul sistema sanitario, garantire assistenza continua, facilitare la comunicazione tra pazienti e familiari, e offrire supporto costante nelle attività quotidiane.
Per una popolazione sempre più anziana e con crescenti necessità assistenziali, rappresentano una risorsa preziosa per colmare la distanza tra domanda e offerta di cure.
Tuttavia, i rischi non sono trascurabili. Il principale timore riguarda la perdita dell’elemento umano nella cura: empatia, compassione e relazione autentica finirebbero per essere sacrificate sull’altare dell’efficienza tecnologica. La cura non è solo assistenza tecnica, ma coinvolgimento emotivo e dignità umana.
Per questo l’indagine di “Scienza& Vita” propone domande cruciali, quali: i care robot possono realmente migliorare la qualità della vita? Possono sostituire il contatto umano? Ci sentiremmo a nostro agio affidando i nostri cari a una macchina?
Il dibattito è aperto e la partecipazione pubblica essenziale.
Per partecipare al sondaggio si può visitare il sito: https://www.scienzaevita.org
