L’amicizia tra famiglie, storie di speranza e saluti con una cocomerata estiva

Una serata tra famiglie al Convento dei Cappuccini di Cesena, con don Gianpiero Casadei e Claudia Fava

Presso il convento dei Cappuccini a Cesena venerdì 11 luglio erano presenti circa 200 persone, di cui circa 50 bambini, per ascoltare la testimonianza di Margherita Ferri e Mauro Borghesi, di Lorenzo Lugaresi e Veronica Maccagnani, di Antonio Marinaro e Ilaria Guerra, con la guida di don Gian Piero Casadei e l’introduzione di Claudia Fava.

Storie di “amicizie operative”

Le esperienze condivise raccontano storie di “amicizie operative” fra famiglie. Ed è per questo motivo che è sembrata particolarmente appropriata la canzone “Favola” di Chieffo, che ha aperto qualche sera fa la serata di restituzione tra famiglie coinvolte nel percorso di Comunione e Liberazione, con l’invito a non arrendersi al buio, perché “c’è Qualcuno con te”.

Lo hanno raccontato innanzitutto Margherita (Megghi) e Mauro (Mumu). La loro è l’esperienza di famigliarità inaspettata: i figli e il modo di educarli sono questione di tutti, così come l’organizzazione della casa. Tutto condiviso in un’amicizia che si sono trovati a vivere al di là delle loro aspettative come “sconosciuti” che hanno chiesto di essere accolti. La famigliarità nata è vissuta come un dono, ma è il frutto della sequela al carisma di Comunione e Liberazione e richiede ’”obbedienza” ad un metodo e apertura all’altro.

Nella seconda testimonianza, Ilaria e Antonio hanno raccontato di come pian piano il Signore ha scavato nella loro vita, fino a far comprendere loro in che modo potevano diventare fecondi e generativi. Fin dall’inizio della loro vita insieme, hanno vissuto il desiderio forte di paternità e maternità, ma i figli non arrivavano. Entrambi si ritrovano così a constatare che il desiderio vero che avevano nel cuore era proprio quello di aprire la loro famiglia. Restano aperti anche davanti all’inattesa chiamata per l’accoglienza in affido di due sorelline. Per loro la coppia rinuncia a due successive proposte di adozione dal tribunale. Da ottobre, quindi, A. e L. vivono a casa loro. Nell’esperienza di questa modalità del tutto inaspettata di fare famiglia, Ilaria e Antonio riconoscono di essere stati aiutati dagli amici di Famiglie per l’Accoglienza e da tutti gli altri che li hanno accolti in una città che non era la loro (non sono infatti originari di Cesena) e che li hanno dapprima invitati ad una vacanza estiva e poi li hanno ospitati a casa loro per farsi compagnia nell’esperienza dell’affido. A questi amici e a questa esperienza vissuta non possono che esprimere tutta la loro profonda gratitudine.

Lorenzo e Veronica, invece, sono sposati da 12 anni e hanno tre figli. Negli ultimi tempi hanno accolto in famiglia S., una ragazza di 18 anni che hanno conosciuto nella comunità “Amici di Gigi”, in cui lavorano entrambi come educatori. Quando sono arrivate le prime difficoltà hanno fatto ricorso a quella fraternità di amici con i quali avevano iniziato a condividere tutto, dall’educazione dei figli all’uso dei soldi. Lì la fatica non ti è tolta, ma gli amici ti mostrano che al fondo c’è la Luce.

Le parole di don Gianpiero Casadei

La sintesi preziosa di don Gian Piero ha chiuso la serata di incontro e riflessione: nel desiderio del cuore si genera l’accoglienza dell’altro. “Che ci sia questa vitalità, questa apertura del cuore, è un dono che ci è stato fatto, un dono che abbiamo immeritatamente ricevuto e che non possiamo tenere per noi. Che cosa compie il mio cuore? – ha riflettuto il sacerdote -. Questa è la domanda che ho io, ed è la domanda di chi viene accolto. Se ci guardiamo in azione, scopriamo che la risposta a questa domanda è ciò che serve alla nostra vita, e il fondamento di ogni legame umano è la memoria di questa domanda radicale; io, tutti, siamo mossi da questa urgenza. Se me ne dimentico, tutto diventa rivendicazione, lamentela, pretesa, verso Dio, verso gli altri ed anche verso noi stessi, mossi da una pretesa di compimento che corrisponde alla nostra misera misura. Invece, c’è già un dono presente per me, Dio già risponde alla domanda del mio cuore, Dio è talmente incarnato che è presente nelle circostanze meno attese e prevedibili della vita. E gli amici sono quelli che ci salvano dalla nostra misura, che non ci fanno chiudere nella pretesa di esiti che ci immaginiamo. Gli amici ci ricordano che non siamo noi a salvare il mondo, ma che siamo tutti abbracciati da un Altro e che ciascuno è segno di questo Amore. “Siate piuttosto felici perché i vostri nomi sono scritti nel Cielo”. I nostri nomi sono scritti nel cuore di Dio. Cosa compie dunque il nostro cuore? La certezza che Dio non si dimentica di noi, che ha i nostri nomi scritti nel Suo cuore. Questo abbiamo sentito in queste testimonianze: i nomi degli amici, i nomi dei figli. I nomi di chi amiamo, non li dimentichiamo. Neppure Dio li dimentica”.