Rubicone
Il vescovo don Pino a Gatteo: “Il mondo ha bisogno di persone che amano”
Il presule ieri sera ha presieduto la Messa nella festa del patrono san Lorenzo: "Non c'è amore senza sudore"
Prima Messa a Gatteo del vescovo Antonio Giuseppe Caiazzo, ieri sera in occasione della festa del patrono san Lorenzo martire. Tanti i presenti, all’aperto, nel piazzale della parrocchia, a cominciare dal sindaco Roberto Pari con la giunta comunale. All’altare vari diaconi e sacerdoti, tra cui il parroco don Marco Muratori, don Selva Antony Cruz del “Don Ghinelli” e padre Lorenzo Buda, missionario gatteese della Piccola famiglia della Resurrezione in India.
“Siamo di passaggio”
“Siamo di passaggio”, ha premesso monsignor Caiazzo nell’omelia, citando un’espressione comune, nel commentare le letture del giorno: “Le persone care che ci hanno preceduto nel cammino terreno hanno già vissuto il passaggio, che è quello pasquale, da questa vita alla vita eterna”.

“Dov’è Dio o dov’è l’uomo?”
“Di fronte alle prove della vita – si è poi chiesto il presule – chi di noi non dice Signore perché questa difficoltà? Perché questa malattia? Perché questa morte? Perché terrore e ingiustizia nel mondo in modo così cruento e assurdo? Dove sei Dio? Perché non intervieni?“. Per il vescovo l’interrogativo da porsi è un altro: “Non dov’è Dio, ma dov’è l’uomo. Ci atteggiamo come fossimo i signori della vita per decidere su quella degli altri. Dove stiamo andando? In quale direzione stiamo camminando? Siamo nell’anno del Giubileo, siamo pellegrini di speranza. Non siamo dei disperati. Ognuno deve essere segno di speranza per l’altro: Dio non mi toglie la vita, non vuole la morte. Vuole donarci la vita eterna”.

Un aneddoto sulla sofferenza
Poi un aneddoto: “Quando ero un giovane prete ho visitato un uomo con un tumore che non voleva prendere gli antidolorifici. Ho provato a convincerlo, ma ho ricevuto una risposta spiazzante: Proprio lei me lo dice? Se Gesù Cristo ha tanto sofferto per noi, chi sono io per non soffrire?“. Per il vescovo si è trattato di “una verità che veniva da Dio stesso”, specificando che “ogni tipo di sofferenza è il segno di un passare di Dio nella nostra vita”.
“Non c’è amore senza sacrificio”
Monsignor Caiazzo ha quindi ricordato che “l’amore è la capacità di generare vita, sempre. Non c’è parto che non sia sofferenza e sangue. Non c’è amore senza sudore, senza sacrificio, ma questo significa dare la vita. Il mondo ha bisogno di persone che amano, non di persone che fanno bla bla bla su Facebook. Dobbiamo imparare a essere costruttori di un’umanità nuova, dove ognuno ci deve mettere tutto sé stesso per contribuire ad abbattere i muri che dividono l’umanità, gli steccati che ci allontanano e a costruire ponti di vita. Questo significa andare incontro al Signore che viene”. Infine un richiamo al patrono: “San Lorenzo ha dato la vita. Possiamo festeggiarlo bene se anche noi come lui saremo oggi costruttori di pace, di giustizia e di fraternità”.

L’incontro con Bertoli
Al termine della Messa, la festa in piazza Vesi, gremita per il concerto di Alberto Bertoli, figlio del noto cantautore Pierangelo. Lo stesso vescovo è andato a salutare l’artista prima che salisse sul palco. Un incontro ricordato da Bertoli nelle prime battute dello spettacolo e salutato con la canzone “Meridione mon amour”, un inno alla gente del sud, come monsignor Caiazzo (vedi notizia al link sotto).