Agape di CL. L’omelia di don Mirco Bianchi: “Ho un tumore. Non so quanto mi resta, ma questo è il tempo più bello della mia vita”

"So che non guarirò da questa malattia - aggiunge il don -. Provo ad abbracciare questo tempo come una grazia e non come una croce"

Oltre 400 persone hanno preso parte alla Messa per il ritrovo degli aderenti alla Fraternità di Comunione e liberazione, tenutasi nella chiesa di Calabrina (Cesena). Foto Pier Giorgio Marini
Oltre 400 persone hanno preso parte alla Messa per il ritrovo degli aderenti alla Fraternità di Comunione e liberazione, tenutasi nella chiesa di Calabrina (Cesena). Foto Pier Giorgio Marini

Oltre 400 i partecipanti al ritrovo degli aderenti alla fraternità dopo le esperienze estive

La Messa al ritrovo di CL dopo l’estate. Diversi i preti concelebranti. L’omelia affidata a don Mirco

“Ho un tumore”. Lo dice don Mirco Bianchi all’omelia durante la Messa di ieri pomeriggio nella chiesa di Calabrina (Cesena) all’agape degli aderenti alla fraternità di Comunione e liberazione. Con don Mirco concelebrano l’assistente ecclesiastico diocesano, don Stefano Pasolini, il parroco di Cesenatico don Gian Piero Casadei, il vicario episcopale per l’economia don Ernesto Giorgi e don Onerio Manduca, già assistente di Cl per Cesena-Sarsina.

Don Mirco Bianchi mentre tiene l’omelia alla Messa nella chiesa di Calabrina (Cesena) per il ritrovo dopo l’estate degli aderenti alla Fraternità di Comunione e liberazione. Foto Pier Giorgio Marini

Questo tempo è per me una grazia

“Non so quanto tempo ho ancora da vivere – aggiunge il sacerdote che con le sue parole dirette ottiene un’attenzione immediata -. Provo ad abbracciare questo tempo di malattia come una grazia e non come una croce. Vi assicuro che oggi l’esperienza di fede che ho incontrato, e che voi qui mi manifestate, e che tanti mi hanno reso presente in queste settimane, è ancora più vera”.

Una testimonianza che è una confidenza

La testimonianza del parroco di Gatteo mare-Villamarina è senza veli, quasi una confidenza, resa davanti a 400 persone. “So già che non guarirò mai da questa malattia – prosegue don Mirco -. Sto davvero vivendo il giubileo della speranza. Quando ci si ammala è come avere di fronte un esercito enorme, come abbiamo appena ascoltato nel Vangelo. Allora occorre bene valutare le proprie forze. Quando ho ricevuto la diagnosi, in due ore ho lasciato la scuola e ho abbandonato tutto per curarmi, ma ho coltivato il desiderio di poter andare al campo scuola con i miei ragazzi della parrocchia. Desiderio che poi è stato esaudito. Oggi vivo con la morfina in corpo e grazie alle cure palliative, altrimenti il dolore che dovrei sopportare sarebbe troppo forte”.

Chiedo a tutti una preghiera. Ogni giorno pregherò per voi

Don Mirco ricorda la preghiera davanti alle reliquie dei coniugi Martin, i genitori di santa Teresa di Lisieux, accolte nelle famiglie, un momento per lui molto toccante. “Non domando la mia guarigione – aggiunge il don – ma che si manifesti in me il grande disegno di Gesù”. Infine le parole che più fanno breccia nel cuore di chi lo ascolta. “Vivo il tempo più bello della mia vita – conclude don Mirco -. La fede è il grande esercito che mi aiuta, quello di cui parlavo prima. La Chiesa è per me madre e maestra. Chiedo a voi una preghiera. Sappiate che ogni giorno pregherò per ognuno di voi”.