Rubicone
Festa patronale a Gambettola. L’arcivescovo: “Maria ci indica Cristo, cui apparteniamo”
"Nel mondo non c'è la pace - precisa monsignor Caiazzo - perché il mondo non ha Gesù Cristo. Nel nome di Dio non si ammazza nessuno, non ci sono guerre e non si annienta la vita. Il mondo cambia se mi lascio cambiare da Dio"
Il Signore attraverso la Madonna ha portato a termine la storia della salvezza. Chiesa gremita con il sindaco in prima fila e il comandante dei Carabinieri
La festa della Madonna delle Grazie
Chiesa parrocchiale gremita, oggi pomeriggio, a Gambettola per la Messa solenne presieduta dal vescovo Antonio Giuseppe, in occasione della festa del patrono, la Madonna delle Grazie, che si celebra oggi (cfr pezzo al link qui sotto). I canti sono eseguiti dalla corale “Antonio Vivaldi”. Con monsignor Caiazzo concelebra il parroco, don Sauro Bagnoli. Con loro alcuni sacerdoti e il diacono Carlo Bracci.

Tra i fedeli il sindaco e il comandante dei Carabinieri
Fra i fedeli è presente il sindaco Eugenio Battistini. In prima fila c’è anche il comandante della stazione dei Carabinieri, Gianluigi Pessina. Due Carabinieri in alta uniforme hanno presenziato per tutta la celebrazione, immobili sul presbiterio.
Nella genealogia di Gesù c’è tutta la storia della salvezza
In avvio di Messa il vescovo saluta tutti i presenti, le autorità, i sacerdoti e il diacono e ricorda che “ci troviamo qui attorno a Maria”, nel giorno in cui si fa memoria della sua nascita. Nell’omelia, monsignor Caiazzo richiama la lettura del Vangelo di Matteo appena ascoltato, quello che narra della genealogia di Gesù. “Ci serve per capire l’opera di Dio nel corso dei millenni – precisa l’arcivescovo -. Perché ho voluto la versione lunga, proclamata dal diacono? Perché nella genealogia di Gesù è contenuta la storia del popolo di Dio. Dio ha operato attraverso tutte quelle persone di cui abbiamo ascoltato anche nomi difficili, nel bene e nel male, per arrivare a uno scopo specifico: perché arrivasse a noi la pace, cioè colui che la Vergine ha partorito, Gesù Cristo”.
Con il sì di Maria a Dio tutto si è compiuto
Al cristiano, prosegue monsignor Caiazzo, “non interessa tanto come è nata Maria. Sì, possiamo anche conoscere qualcosa della sua famiglia, ma per noi è più importante sapere che con il suo sì a Dio tutto si è compiuto”. Ciò che conta, prosegue l’arcivescovo, è appartenere a qualcuno, come si dice nella terra del presule. “Noi apparteniamo a Gesù Cristo – dice con forza l’arcivescovo -. E anche Maria appartiene al figlio. Maria è al tempo stesso tabernacolo e ostensorio, ma anche arca della nuova alleanza. È la madre che diventa discepola del figlio. Il Signore attraverso di lei ha portato a termine la storia della salvezza. Maria ha partorito la pace, Gesù Cristo”.
Non c’è pace nel mondo perché il mondo non conosce Gesù Cristo
Il vescovo si richiama all’attualità, ai fatti di guerra nel mondo, così cruenti negli ultimi tempi. “Nel mondo non c’è la pace – precisa – perché il mondo non ha Gesù Cristo. Nel nome di Dio non si ammazza nessuno, non ci sono guerre e non si annienta la vita. Guardando a Maria si porta la pace, anche nelle famiglie. Quando tornerete a casa nn sarete più uguali a come quando siete entrati. Quanti di noi non sono in pace con altri che sono qui in chiesa?… ma non succede questo di certo a Gambettola”, scherza il presule.
Il mondo cambia se mi lascio cambiare da Dio
Il mondo cambia, prosegue il vescovo, “se mi lascio cambiare da Dio. Usciamo e portiamo la pace nei luoghi in cui viviamo. Come successe a Giuseppe che voleva ripudiare Maria, finché Dio non gli ha parlato e gli ha messo la pace nel cuore. Allo stesso modo Dio parla a ciascuno di noi. Così diciamoci: ti do la pace che Dio ha dato a me. Così il mondo cambia. La Madonna ci ha dato la pace nel suo figlio Gesù Cristo”.
