Intelligenza artificiale, un pharmakon
Intelligenza artificiale, un pharmakon Come poter affrontare al meglio questa rivoluzione epocale?
Negli ultimi mesi abbiamo sentito spesso parlare di Chat Gpt. L’intelligenza artificiale appare come una rivoluzione tecnologica epocale con applicazioni di automazione in numerosi campi: dalla produzione di software, cybersecurity alla creazione, organizzazione, classificazione di contenuti testuali e multimediali, ricerca e sviluppo, medicina e sanità, robotica, customer-care e assistenti digitali, formazione e istruzione, gaming, intrattenimento e promozione culturale. Ne siamo incuriositi e spaventati perché accanto alle opportunità, vi sono dei rischi.
Come poter affrontare al meglio questa rivoluzione epocale? Si potrebbe partire dalla nozione di pharmakon in riferimento alla «Farmacia di Platone» (1985) di J. Derrida. Il termine rinvia all’idea della medicina; il suo campo semantico include un principio di quantità che potrebbe sfumare ogni aspetto benefico: una dose eccessiva può trasformare un farmaco in un veleno. Allo stesso modo, l’intelligenza artificiale se sconfina, se supera i limiti dell’opportunità, sostituendo l’essere umano in ogni campo, rischia di diventare un veleno per tutti noi.
