Eccellenze. Giovane del campus di Cesena un anno negli Usa grazie al Rotary

Vinta una borsa da 30.000 dollari per approfondire studi sui disturbi posturali

Da sinistra nella foto scattata ieri sera a Longiano: il presidente del Campus di Cesena dell'università di Bologna, Mirko Viroli, la presidente del Rotray club Cesena, Ombretta Sternini e la giovane neo dottoressa che andrà negli Usa grazie al sostegno del Rotary, Victoria Marchetti.
Da sinistra nella foto scatta ieri sera a Longiano: il presidente del Campus di Cesena dell'università di Bologna, Mirko Viroli, la presidente del Rotray club Cesena, Ombretta Sternini e la giovane neo dottoressa che andrà negli Usa grazie al sostegno del Rotary, Victoria Marchetti.

I sostenitori sono la Rotary Foundation e il club cesenate. La neo dottoressa poi pensa al rientro in Italia

Dopo Sara Fattori, la volta di Victoria Marchetti

Il Rotary Cesena fa il bis. Dopo Sara Fattori, la giovane di sala di Cesenatico che grazie a una borsa di studio da 30.000 dollari messa a disposizione dal sodalizio cesenate (con il Distretto 2072 e la Rotary foundation) ha fatto un master alla Fletcher School of Law and Diplomacy, prestigiosa scuola Usa di specializzazione in relazioni internazionali, ora è la volta di Victoria Marchetti.

Studentessa del campus cesenate

Classe 1998, ferrarese di origine e riminese d’adozione, Victoria è in Romagna dall’inizio dell’università che ha frequentato nel campus cesenate dell’università di Bologna. Nel marzo scorso ha conseguito la laurea magistrale in ingegneria biomedica con il massimo dei voti. Poi, dopo la tesi dal titolo “Postural control modeling: bridging neural activity and Centre of Pressure oscillations” con la supervisione del professor Cristiano Cuppini, Victoria ha proseguito a lavorare in quel settore.

Su computer replicata la rete del cervello

Nelle ultime settimane ha portato a termine il progetto sviluppato in collaborazione con la Unit for visuall impaired people della sede di Genova dell’Istituto italiano di tecnologia. A Genova si sono occupati di valutare i segnali meccanici (del controllo della postura) provenienti da dieci persone a contatto con un ambiente esterno che mutava. Da un’altra parte, questo è stato il lavoro di Victoria, si è provato a costruire su un computer la rete del cervello responsabile del controllo posturale.

Victoria Marchetti al lavoro nel campus di Cesena dell’università di Bologna

Applicazioni per disturbi sulla postura

L’obiettivo dichiarato era quello di verificare quanto la rete artificiale fosse in grado di replicare ciò che era stato osservato sulle dieci presone prese in esame dall’Istituto di Genova. “Abbiamo verificato – dice la neo dottoressa – se il modello replicava la realtà. E così è stato”. Questo obiettivo raggiunto costituisce il focus del paper che è stato proposto per la pubblicazione a diverse riviste del settore. In termini pratici significa “provare a capire cosa succede in persone, ad esempio non vedenti con disturbi sulla postura, e sviluppare applicazioni per loro”, precisa la giovane ricercatrice.

Il disturbo dello spettro feto alcolico

Ora per Victoria si aprono le porte degli Stati uniti d’America. Grazie all’interessamento del Rotary Cesena, tramite il professor Cuppini e il collega Massimo Cicognani, past president dello stesso club e già presidente del campus universitario cesenate, la Marchetti da novembre avvierà un anno di collaborazione con la Wake Forest university che si trova a Winston, in Nord Carolina che la porterà a “sviluppare la mia conoscenza – aggiunge – rispetto all’integrazione multisensoriale”. Quanto verificato finora “verrà applicato in un caso di studio: il disturbo dello spettro feto alcolico (quello di una mamma che in gravidanza assume alcol)”.

Una borsa di studio poi il rientro in Italia

Victoria avrà l’opportunità, grazie a una borsa di studio di 30.000 dollari finanziata in gran parte dalla Rotary foundation, su proposta del club cesenate che contribuisce in parte, di lavorare per un anno con due prof pionieri della integrazione multisensoriale, Benjamin Rowland e Berry Stein. “Per è una grandissima opportunità – conclude la giovane -. Vediamo come va questo primo anno di ricerca negli Usa, poi magari farò un pensiero a un dottorato, questa volta in Italia”.