Un inno alla libertà
Un inno alla libertà Il modo corretto per leggere il decalogo e, mettendolo in pratica, vivere felici: avere sempre presente l’amore di Dio che ci guida e il nostro dovere di amare i fratelli
Prima di entrare nel dettaglio dei 10 comandamenti occorre fare una precisazione che riguarda Gesù Cristo e quello che Lui ha detto a proposito dei Comandamenti. Rispondendo alla domanda di un dottore della legge su: quale sia il primo di tutti i comandamenti, Gesù dice: “Il primo è: il Signore Dio nostro è l’unico Signore; amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. E il secondo è questo: amerai il prossimo tuo come te stesso.” (Mc 12,29-31) E ancora: “Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto per abolire, ma per dare compimento” (Mt 5,17). E conclude con il Suo Comandamento nuovo: “Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore … Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amato.” (Gv 15,9-12).
Ecco svelato il modo corretto per leggere il decalogo e, mettendolo in pratica, vivere felici: avere sempre presente l’amore di Dio che ci guida e il nostro dovere di amare i fratelli. Andiamo avanti. La volta scorsa ci siamo lasciati parlando di libertà e del fatto che Dio ci lascia liberi. Qualcuno però potrebbe dire: “ Scusa Vanzini, ma, se non mi sbaglio, il Decalogo (i 10 Comandamenti) che ci hanno fatto studiare a catechismo fin da piccoli, inizia dicendo: Io sono il Signore tuo Dio. Non avrai altro Dio fuori di me. Non nominare il nome di Dio invano. Sono affermazioni e indicazioni molto nette e chiare. E allora? Dov’è la mia libertà? Caro Vanzini, qui non ci siamo”. E invece è proprio qui che ci siamo.
È proprio in queste tre frasi, lette con la mentalità del ragioniere (del ragiunat, come dicono a Milano, cioè di
Questa libertà da Dio è, senza dubbio, un atto di fiducia di Nostro Signore verso di noi, ma è anche qualcosa più, di molto più importante, perché ci aiuta e ci guida a vivere da uomini autenticamente liberi. Libertà da Dio, (nostro unico Signore), diventa, infatti, anche: libertà dagli uomini, da tutti gli uomini, accompagnata, però, da una conseguente responsabilità.
Oggi si parla molto di libertà, forse anche troppo e non sempre in modo corretto. Spesso, infatti, si dà a questa parola un significato sbagliato, molto vicino a quello di anarchia: visto che sono libero, faccio quello che mi pare. Relativismo e autoreferenzialità a tutto campo. Trasformazione del concetto di libertà in: diritto illimitato dell’individuo di fare qualunque cosa, svincolato da qualsiasi responsabilità, senza tenere conto di alcuna norma morale che possa limitare, o anche semplicemente indirizzare, la ricerca del piacere personale o del proprio tornaconto o comodo immediato. Liberi da Dio e liberi da tutto. Gilbert Chesterton, però, già molti anni fa, metteva in guardia gli uomini del suo tempo da una possibile illusione e affermava: “Chi non crede in Dio non è vero che non crede a niente, perché comincia a credere a tutto”.
(Continua)
