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Aumenta il prezzo del petrolio, preoccupazione per gli autotrasportatori cesenati

Il presidente di Confartigianato Trasporti cesenate Luca Facciani, reduce dalla convention nazionale 2019, traccia una fotografia del settore

Nella foto i vertici di Confartigianato Trasporti cesenate con il presidente Luca Facciani alla Convention nazionale di Confartigianato Trasporti con il presidente Amedeo Genedani.

L’aumento del prezzo del petrolio spaventa le piccole imprese di autotrasporto cesenati aderenti a Confartigianato Trasporti. Un consolidamento del balzo del prezzo del petrolio causato dall’attacco agli impianti petroliferi in Arabia Saudita potrebbe ingenerare ulteriori spinte recessive alle economie avanzate, con una specifica esposizione dell’Italia, caratterizzata da una elevata dipendenza petrolifera: le importazioni nette sono pari al 91,5 per cento del consumo interno. Negli ultimi 12 mesi (a giugno 2019) l’import di petrolio greggio dall’Arabia Saudita ammonta a 2,6 miliardi di euro, pari al 9,7 per cento del nostro import totale di greggio. L’ Arabia Saudita è il nostro terzo fornitore di greggio, dietro a Azerbaigian e Iraq.
L’impatto sui prezzi del petrolio colpirebbe in modo particolare il settore dei trasporti, come evidenziato nel report ‘Una fotografia dell’autotrasporto italiano e le recenti tendenze del settore’ presentato venerdì scorso alla Convention nazionale 2019 di Confartigianato Trasporti.

Il settore del Trasporto assorbe il 31,4 per cento degli impieghi di energia, ma sale al 69,6 per cento per quanto riguarda gli impieghi di petrolio. “Un probabile aumento del prezzo dei carburanti – afferma il presidente di Confartigianato Trasporti cesenate  Luca Facciani – rende critiche le condizioni di competitività delle imprese di autotrasporto: l’Italia è al secondo posto nell’Ue per il prezzo più alto del gasolio per autotrazione pagato dalle imprese: 1.245 euro per 1.000 litri al netto dell’Iva. Ci supera soltanto il Regno Unito con 1.306 euro."

Sull’elevato costo dei carburanti pesa la tassazione: l’Italia è al quarto posto nell’Ue per la maggiore tassazione sull’energia, con uno spread fiscale tra Italia ed Eurozona che vale 14,1 miliardi di euro. “Negli ultimi anni si sono aggravate le condizioni di criticità della competitività delle imprese anche nel nostro territorio – prosegue il presidente Facciani – , che hanno determinato una marcata riduzione della quota di mercato che nel 2018, ha visto collocarsi al 20,5 per cento la quota degli autotrasportatori italiani nel trasporto di merci internazionali, in un mercato dominato dai vettori polacchi. Il costo medio del lavoro del personale delle imprese di trasporto merci polacche è pari ad un quarto di quelle italiane. Altro problema sono i tempi di pagamento tra imprese, pari a 48 giorni. Nonostante il miglioramento nell’ultimo anno, l’Italia è tra i 4 peggiori pagatori tra i 25 paesi UE”.

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