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Calano le nuove imprese. Bernacci (Confartigianato): "Serve un progetto di territorio per rilanciarle"

Il segretario di Confartigianato Federimpresa Cesena: "Qualcosa non sta funzionando nel complesso sistema di educazione, formazione, orientamento e supporto al fare impresa. Senza giovani imprenditori non c'è futuro"

Stefano Bernacci, segretario Confartigianato Federimpresa Cesena.

"Quali nuove politiche integrate adottare per favorire la nascita di imprese giovanili?". Se lo chiede in una nota inviata alla stampa locale Stefano Bernacci, segretario Confartigianato Federimpresa Cesena.

"Si tratta - prosegue Bernacci - di una domanda che debbono porsi tutti gli attori dello sviluppo nel territorio, anche alla luce dei dati della Camera di Commercio sull'imprenditoria giovanile pubblicati in questi giorni, che sono indubbiamente preoccupanti. Le imprese giovanili attive in Emilia Romagna nel 2017 sono diminuite del 4,8 per cento con 1.559 aziende in meno in un anno. Il calo riguarda anche le imprese giovanili cesenati, provinciali e romagnole. Un campanello d'allarme che non può suonare inosservato".

"Evidentemente - scrive Bernacci - qualcosa non sta funzionando nel complesso sistema di educazione, formazione, orientamento e supporto al fare impresa. In questi anni nel nostro territorio abbiamo riempito le pagine dei giornali di iniziative per favorire le startup innovative, il ricambio generazionale o la semplice creazione di impresa. Enti pubblici, Camere di Commercio, associazioni di categoria e altri soggetti deputati hanno cercato di presidiare questa area di attività e di incentivare e supportare coloro che volevano mettere in pratica la loro idea imprenditoriale. Ma se i risultati sono questi è chiaro che abbiamo un problema: bisogna riconoscerlo, fare autocritica e rivedere le strategie".

"Certo - ammette Bernacci - oggi fare impresa è tutto meno che una prospettiva facilitata. Viviamo in un ambiente socioeconomico che, detto con un eufemismo, è poco favorevole all'imprenditoria. Ma, a onor del vero, questo avviene in tutto il Paese e non si può onestamente addurre la tesi che nel nostro territorio ci siano condizioni peggiorative rispetto altrove. Come Confartigianato riteniamo che debba essere inserito come prioritario nell'agenda di tutti gli attori del territorio, dalla politica ai corpi intermedi, al mondo economico e finanziario, il tema delle politiche comuni e integrate per favorire la nascita di imprese giovanili, al di fuori dei particolarismi e dei pezzi di attività che ciascuno meritoriamente svolge. Serve un progetto di territorio per sostenere le nuove imprese e non basta più cullarsi sulla antica statistica di un'impresa ogni nove, dieci abitanti. Di questo passo, rischia di non essere più veritiera".

Conclude Bernacci: "Spesso parliamo di futuro, di modelli economici del territorio e di competitività. É del tutto evidente che senza giovani imprenditori non c'è futuro e che incentivare l'imprenditoria giovanile rappresenta l'investimento migliore che possiamo fare per la nostra comunità. Ma bisogna farlo bene e insieme".

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