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emergenza sanitaria e fede

Catechesi online nella parrocchia di San Pietro. Le testimonianze. "I mezzi di comunicazione, tanto demonizzati, sono una risorsa"

Questa prova (che speriamo finisca presto) ci insegni, come dice una preghiera di questo tempo, "ad aver fame di Cristo e a nutrirci di ogni parola che esce dalla Sua bocca"

Nella foto il ritiro online con suor Gloria Riva

Dalla parrocchia di san Pietro guidata da don Walter Amaducci arrivano alcune testimonianze che dicono della validità dell'espereinza proposta e portata avanti in questi giorni di clausura forzata dal Coronavirus.

Ecco di seguito alcuni catechisti

Francesco

            Noi ci siamo collegati alle 15 di sabato scorso con i due gruppi del catechismo di V. Eravamo circa 35. Dopo una prima difficoltà tecnica siamo riusciti a collegarci utilizzando l’app zoom. Abbiamo salutato i ragazzi e chiesto cosa facevano in questo tempo che come ricordava il Papa deve essere vissuto riscoprendo l'importanza e il valore in particolare dei rapporti familiari.

            I ragazzi hanno raccontato dei loro giochi con i fratelli. Erano un po' emozionati, ma sembravano molto contenti di rivedersi. Poi Francesco Orioli ha commentato un salmo collegando tale periodo alla storia passata e Martina ha concluso chiedendo a tutti di recitare insieme il Padre Nostro ricordando le difficoltà e la gravità del momento. Il collegamento è durato poco più di mezzora. I ragazzi e i genitori molto rimasti contenti. E anche noi catechisti. Continueremo sabato prossimo alle 15 forse dividendo i due gruppi per poter parlare un po’ di più con i ragazzi. 

Mirca

Buon giorno don... L'esperienza di sabato con i bambini di II è stata positiva ed emozionante sia per i bambini per i genitori e per noi catechiste. Mancavano solo due bimbi. Abbiamo iniziato e terminato con una preghiera. Abbiamo parlato un po' di questa situazione e chiesto a loro di imparare la preghiera del mattino dandoci appuntamento a sabato prossimo alle 15,30. Mi auguro che finisca tutto presto per poterci di nuovo vedere.

 

Beatrice            

Quando Alga ci ha chiesto di vederci in videochiamata il mio primo pensiero è stato di ringraziamento perché qualcuno mi dava la possibilità di creare ancora quel rapporto di amicizia e di aiuto reciproco che abbiamo nel nostro gruppo catechisti. Mi è piaciuto molto rivedervi in volto e sentire la vostra voce che per la prima volta entrava in casa mia in un attimo.

            Poi grazie a Marina che si è attivata subito, abbiamo potuto rivedere e sentire i nostri bambini ieri pomeriggio. Non abbiamo visto tutti per motivi diversi, ma i bambini che erano presenti sono stati contenti del nostro incontro. Ho trovato bambini e genitori sereni, nonostante il momento difficile, che hanno cercato, con la forza di Gesù, di rendere belli e proficui i momenti vissuti in casa.

            I bambini hanno il loro da fare con i compiti, giocano, cucinano, pregano, litigano con fratelli e sorelle. Hanno chiesto per la Confessione e noi li abbiamo rassicurati dicendogli che si farà in un altro momento. Ho detto loro che in questo momento più che mai urge un dialogo diretto con Gesù che ci ascolta sempre e che ci aiuterà a superare la difficoltà. Ogni bambino ha espresso il suo pensiero a Gesù e tutti hanno chiesto di tornare alla normalità, abbiamo pregato per tutti coloro che ci aiutano medici, infermieri, anche della nostra classe e abbiamo concluso con un Ave Maria. Il prossimo incontro lo abbiamo fissato sabato prossimo alle 17. 

  

LO CAPIRAI DOPO

Nicoletta 

Quello che io faccio, tu ora non lo capisci, lo capirai dopo"(Gv 13,7). In queste settimane lunghissime di capovolgimento della quotidianità e soprattutto di forzata privazione dell'Eucaristia (oltre a tutto, proprio nel periodo clou dell'anno liturgico), dopo l'iniziale ribellione a quella che ho vissuto come un'ingiustizia e tuttora fatico ad accettare, nei momenti di adorazione silenziosa a San Pietro (tutti i giorni dalle 18 alle 19), perché altro non è consentito fare, mi sono tornate in mente queste parole di Gesù, dette proprio durante l'ultima Cena. Pietro non vuole farsi lavare i piedi e Gesù gli risponde così. Non so il perché di una prova così penosa e lunga, ma mi fido di Te, Signore. Il silenzio delle nostre chiese, l'adorazione da solo a Solo ci aiuti, pur nella sofferenza, a scoprire che nulla è scontato, neanche l'Eucaristia, che spesso abbiamo vissuto come un'abitudine. Questa prova (che speriamo finisca presto) ci insegni, come dice una preghiera di questo tempo, "ad aver fame di Cristo e a nutrirci di ogni parola che esce dalla Sua bocca".

 

DISTANTI MA UNITI

Angela 

Chi avrebbe mai pensato, solo qualche mese fa, a una pandemia, causata da un virus che si vanta di chiamarsi Coronavirus, come se fosse un re che però porta disperazione e morte. Noi sappiamo però che un altro RE può salvarci ed è Gesù, l’unico che in questo periodo ci infonde forza, coraggio ed anche creatività per non arrenderci di fronte ad un esserino che ci ha tolto tutto, dalla possibilità di muoverci liberamente, a ciò che, per noi cattolici, più conta: L’Eucaristia.

Ecco allora che entra in gioco la creatività, l’iniziativa di chi vuole trovare anche qualche aspetto positivo in questa clausura forzata. I mezzi di comunicazione, tanto demonizzati, possono diventare, se usati bene, una risorsa. Il cellulare allora comincia a rappresentare il mezzo più idoneo per contattare le persone, per inviare messaggini agli amici, per scambiarsi stati d’animo o video che aiutino a riconvertire la nostra tristezza in gioia di sentirsi, di riallacciare rapporti.

In questa dinamica suggerita dall’Amore si inserisce anche la realtà che stiamo vivendo a San Pietro dove il parroco don Walter ci ha dato la possibilità di recarci in chiesa per la preghiera personale esponendo il Santissimo ed è davanti a Lui che abbiamo sperimentato la gioia del rapporto personale con Dio. Gioia che poi abbiamo portato a casa per donarla ai familiari e a chi potevamo raggiungere con il telefono.

Ma la creatività non si è fermata qui, ha suggerito al nostro parroco la possibilità di poterci incontrare come gruppi in videoconferenza. Prove, su prove per raggiungere tutti ed anche i meno esperti hanno fatto di tutto per potersi collegare. Come gruppo “Fratelli degli ammalati” è stato molto bello poterci rivedere in volto e comunicarci come viviamo questo periodo tanto particolare. E così le distanze si sono annullate e ha vinto l’amore che ci ha resi ancor più uno fra noi.  

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Catechesi online nella parrocchia di San Pietro. Le testimonianze. "I mezzi di comunicazione, tanto demonizzati, sono una risorsa"
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