sicurezza
Cesena Padova, altri sette Daspo per la tifoseria veneta
I provvedimenti sono stati emessi nei confronti dei sette autisti dei minivan con cui viaggiava il gruppo di ultras
Proseguono gli approfondimenti della Polizia di Stato, con la collaborazione delle Questure di Forlì-Cesena e Padova, per fare chiarezza e punire i responsabili dei disordini accaduti domenica 4 agosto 2024, prima dell’incontro di Coppa Italia “Cesena – Padova” e sale a 41 il bilancio dei D.A.Spo (Divieto di accedere alle manifestazioni sportive) emessi nei confronti degli ultras padovani.
Quel giorno, poco dopo le 19, un gruppo di circa 50 ultras padovani erano riusciti a raggiungere la zona antistante alla tribuna, eludendo i dispositivi di controllo per il servizio di ordine pubblico, provocando e innescando la reazione degli ultras cesenati che si trovavano come di consueto all’esterno della Curva Mare.
Per evitare il degenerare delle violenze si era reso necessario un intervento risoluto delle forze di polizia, riuscite dopo alcuni minuti a riportare la calma e ricondurre i tifosi padovani lontano dall’area deputata all’accoglienza della tifoseria locale.
Gli accertamenti immediatamente avviati in collaborazione con la Digos di Padova avevano consentito di “isolare” le condotte di 34 ultras veneti, che avevano partecipato attivamente agli episodi di violenza, e che sono stati raggiunti, dopo solo due giorni dagli incidenti, dalla notifica dei provvedimenti di Daspo (per complessivi 172 anni).
Oggi, martedì 20 agosto, il Questore di Forlì-Cesena, Claudio Mastromattei, ha emesso altri 7 provvedimenti di divieto di accesso agli stadi, in corso di notifica da parte della Digos padovana, che riguardano, stavolta, gli autisti dei minivan che avevano condotto e accompagnato il gruppo degli ultrà padovani fino in via Lombardia.
Come ricostruito nell’ambito degli approfondimenti investigativi, fin dal pomeriggio un veicolo “in perlustrazione” aveva effettuato un sopralluogo nell’area dello stadio, studiando i percorsi per raggiungere la zona tramite strade secondarie ed eludere così il controllo delle forze di polizia. Poi si era riunito con gli altri sei minivan al casello di Forlì e, insieme, erano ripartiti alla volta di Cesena, parcheggiando a circa 300 metri dallo stadio.
I provvedimenti odierni vanno a colpire, in particolare, proprio i sette autisti dei minivan, tutti residenti nel padovano, che, dopo aver accompagnato gli ultras responsabili dell’incursione violenta, li avevano attesi nel luogo individuato preventivamente per il parcheggio pronti a ripartire per guadagnare la fuga dopo l’azione.
Nei provvedimenti il Questore ha evidenziato che i sette “autisti”, pur non avendo partecipato attivamente agli episodi di violenza, hanno avuto un ruolo ugualmente importante nell’ambito dell’azione complessiva del gruppo, avendo fornito l’indispensabile supporto logistico per la buona riuscita dell’azione, con una condotta che ha “agevolato gli altri tifosi alla partecipazione attiva ai disordini, dapprima facendoli giungere in prossimità dello stadio sottraendosi ai controlli preventivi, poi attendendoli a breve distanza dal luogo degli scontri per garantire loro la fuga e quindi l’impunità”.
Come già accaduto in occasione dei 34 Daspo già emessi, anche in questo caso i provvedimenti sono stati calibrati in base alla condotta e ai precedenti dei tifosi: per cinque di loro, di età compresa tra 20 e 51 anni, il divieto di accesso allo stadio avrà durata di 1 anno.
Peggio è andata al 35enne autista del minivan che svolse il “sopralluogo preventivo”, ritenuta condotta di maggior disvalore: per lui l’inibizione alle manifestazioni sportive durerà due anni.
L’ultimo, infine, un tifoso di 56 anni, proprio in considerazione dell’evidenza che già in passato era stato colpito da Daspo, dovrà assentarsi dagli spalti per 5 anni, periodo durante il quale sarà sottoposto anche all’obbligo di firma in occasione delle partite del Padova.
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