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Cesena a capo di un progetto europeo sul patrimonio architettonico "dissonante"

Alla città fondi Ue per riflettere sugli edifici lasciati in eredità dai totalitarismi

Cesena a capo di un progetto europeo sul patrimonio architettonico "dissonante"

Cesena coordinerà un progetto europeo sulle architetture "dissonanti". L'annuncio è stato dato questa mattina in conferenza stampa dall'assessora ai Progetti europei Francesca Lucchi e dalla dirigente del settore Biblioteca Malatestiana e cultura Elisabetta Bovero.

"Cesena è capofila di un team composto da nove città e ha ottenuto un finanziamento "Urbact IV" di oltre 180mila euro", ha detto con soddisfazione Francesca Lucchi.

Per patrimonio "dissonante" si fa riferimento a oggetti patrimoniali, come le architetture dei totalitarismi, legati a un passato comune complesso, da cui possono scaturire interpretazioni conflittuali. Il patrimonio "dissonante" europeo è oggi in molti casi sommerso e il progetto finanziato intende proprio riscoprirlo per aprire una riflessione sui valori democratici.

"A Cesena - ha spiegato l'assessora Lucchi - ci concentreremo soprattutto sulla zona dell’Ex Gil/Tribunale e sull'ex Arrigoni per lavorare anche con le scuole su temi quali la libertà, il lavoro, il ruolo della donna".

Il progetto europeo, indicato con l'acronimo "ArCHEthics - Architecture, citizenship, history and ethics to shape dissonant heritage in European cities, oltre a Cesena capofila, coinvolge le città di: Permet (Albania), Vilanova de Cerveira (Portogallo), Betera (Spagna), Danzica e Cracovia (Polonia), Leros (Grecia), Lipsia (Germania) e Kazanlak (Bulgaria). Se per la città malatestiana il patrimonio "dissonante" è quello lasciato dal fascismo, per altre realtà, come il quartiere abbandonato sorto attorno all'acciaieria di Cracovia, è quello del comunismo o, per Vilanova de Cerveira, del colonialismo.

"Il progetto - ha spiegato la dirigente Bovero - durerà due anni e affronterà quattro dimensioni chiave: architettura, persone, storia ed etica. Non si arriverà alla rifunzionalizzazione di questi spazi ma si scambieranno buone pratiche, per guidare le città nello sviluppo di Piani di azione integrati volti a riscoprire il patrimonio "dissonante", con modalità coinvolgenti per le nuove generazioni".

Elena Salvucci della Casa del Cuculo, che coordina la comunicazione per le nove città aderenti, ha spiegato che "per la definizione dei Piani, ciascuna città attiverà un Gruppo di supporto locale, riunendo insieme attori locali pubblici e privati, imprese, scuole e cittadini che svilupperanno nuovi percorsi e prodotti culturali e turistici per sviluppare un approccio inclusivo, interculturale, intergenerazionale, avvalendosi di linguaggi artistici, innovativi e digitali. A Cesena le realtà coinvolte sono al momento 35, ma il percorso è aperto".

Fra queste c'è l'Università di Bologna - Dipartimento di Architettura, con la professoressa Giulia Favaretto che ha salutato con favore l'iniziativa come "occasione per fare luce su un patrimonio poco indagato e conosciuto".

Il primo incontro tra l’Amministrazione comunale e tutte le realtà locali coinvolte è in calendario mercoledì 29 novembre. Giovedì 30 novembre e venerdì 1 dicembre, Cesena ospiterà invece il primo meeting transnazionale sul patrimonio "dissonante" dando avvio al percorso di co-progettazione e di partecipazione attiva.

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