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Emergenza sanitaria, economica e sociale

Confcommercio, Uil e Arci: realtà diverse unite contro il Dpcm di Conte

Confcommercio cesenate: "Togliere il lavoro? Contro la Costituzione". Uil Cesena: "A rischio la coesione sociale". Arci: "Misure inaccettabili. Curiamo la socialità"

Manifestazione del 29 ottobre a Cesena (foto Sandra e Urbano)

Nel territorio si moltiplicano le voci contrarie alle misure introdotte dal Governo con il Dpcm del 24 ottobre scorso

Augusto Patrignani, presidente di Confcommercio cesenate parla, senza mezzi termini di "situazione drammatica, economicamente e psicologicamente". Per Patrignani i ristori annunciati dal Governo "paiono elemosine". "Un imprenditore tra i lavoro e il ristoro, fosse anche alto, e qui ribadisco che si tratta di elemosine, sceglie sempre il lavoro e non c'è niente di peggio che non poter lavorare pur avendone il diritto, e pur avendo rispettato i protocolli, investito danari per adeguarsi dopo il lockdown. Sono i nostri politici che ci ricordano a ogni piè sospinto, troppo spesso con retorica, la bellezza della Costituzione. Vero, è bella, ma la rispetti: all'articolo 1 c'è scritto che l'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro e anche in tempi di pandemia non è giusto che lo Stato, attraverso i suoi governanti, tolga il lavoro e la sua dignità", conclude il presidente di Confcommercio cesenate.

Allarmato anche Marcello Borghetti, segretario Cst Uil Cesena. "Con l’ultimo Dpcm - dice - si colpiscono migliaia di piccole attività, azzoppando imprenditori e lavoratori in situazioni dove si sono realizzati investimenti per garantire le prescrizioni sanitarie, generando sfiducia e una gravissima preoccupazione per l’ulteriore crisi di reddito e lavoro che si determina. Il Governo con queste scelte contradditorie ha dato la percezione che si navighi a vista, tanto più che su scuola e trasporti pubblici vi sono stati evidenti errori e ritardi, che hanno minano la fiducia dei cittadini. Per queste ragioni la rabbia civile e democratica delle piazze deve essere ascoltata, liberandola da delinquenti di varia natura". Per Borghetti "la programmazione delle scelte che tengano unito il Paese su esigenze sanitarie ed economiche impone un confronto partecipato. Per queste ragioni la Uil e tutto il sindacato confederale ha chiesto ulteriori 18 settimane di cassa integrazione e un contestuale blocco dei licenziamenti, per evitare che il dramma sanitario in attesa di una ripartenza, diventi dramma sociale e disordini. Un confronto che deve realizzarsi immediatamente con un piano straordinario per sviluppo e indennizzi chiari, piuttosto che una giungla di sussidi in modo tale da risolvere la vergogna dei pagamenti ritardati". Allo stesso tempo Uil rivendica "il rinnovo dei contratti collettivi nazionali di lavoro, perché in assenza di un rilancio dei redditi, non solo i consumi rimarranno fermi, ma inevitabilmente si alzerà la tensione sociale, con inevitabili scioperi di settori produttivi e con una mobilitazione generale". Infine il segretario Uil chiede al Governo, "senza ulteriori ritardi, l’utilizzo del Mes, per potenziare personale e strutture sanitarie ormai allo stremo".

"Il nostro mondo è stato ancora una volta duramente colpito, infatti l’ultimo Dpcm prevede la chiusura dei nostri spazi". È questo l'appello dei circoli Arci del territorio, secondo cui "questa decisione mette definitivamente in crisi l’Associazionismo non profit". "Chiediamo che si prendano sin da subito delle misure straordinarie di sostegno alle Associazioni e alle realtà culturali e sociali del territorio - la richiesta - attraverso: la sospensione del canone degli affitti per i periodi di limitazione o sospensione delle attività per le associazioni con sede in spazi pubblici; l’annullamento dei versamenti Tari; l’erogazione di contributi a fondo perduto per il sostegno alle Associazioni le cui attività sono sospese o limitate nell'orario, incluse espressamente le attività di somministrazione dei circoli culturali e ricreativi".

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