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emergenza sanitaria

Coronavirus, ecografie polmonari a domicilio

I medici utilizzeranno ecografi portatili a casa del paziente senza ricorrere all'ospedalizzazione

pixabay.com

L’emergenza sanitaria legata al Coronavirus, ha evidenziato difficoltà nella gestione domiciliare dei pazienti durante la fase acuta della pandemia, con tendenza a un'eccessiva ospedalizzazione anche per effettuare una corretta diagnosi di estensione della malattia, ricorrendo prevalentemente all’esecuzione di Tc del torace nel sospetto di interessamento polmonare. 

In considerazione della positiva esperienza dei medici dell’Unità speciale di continuità assistenziale (Usca) maturata a Rimini durante l’emergenza, gruppi di medici di Medicina generale di Forlì e Cesena, si sono organizzati con lo scopo di seguire i pazienti Covid positivi o sospetti a domicilio. Nell’ottica di una gestione territoriale più efficiente del problema, questi gruppi Usca sono stati dotati di ecografi portatili da utilizzare al domicilio del paziente, in grado di fornire informazioni sul coinvolgimento polmonare dell’infezione senza ricorrere all’esecuzione di Tc.

È stato organizzato, in collaborazione tra il Dipartimento di Cure primarie diretto dal dottor Riccardo Varliero e l’Unità operativa di Radiologia diretta dalla dottoressa Emanuela Giampalma, un corso di formazione sull’utilizzo dell’ecografia polmonare, una metodica di consolidata efficacia per la diagnosi e il monitoraggio clinico della polmonite da SARS-Cov2. Il corso, condotto dalle dottoresse Greta Gardelli e Martina Mughetti, con provata competenza in questo ambito, testimoniata dalla frequente partecipazione come docenti a eventi formativi nazionali e internazionali, si articola in una parte teorica in aula e una parte pratica svolta presso la Radiologia dell’ospedale Bufalini. 

I medici partecipanti saranno alla fine in grado di eseguire controlli ecografici polmonari nei casi dubbi o accertati come Covid positivi, valutando l’andamento nel tempo dell’infezione senza dover spostare il paziente dal proprio domicilio se non quando realmente necessario e senza sottoporli ad esami radioesponenti come la Tc per ottenere le informazioni diagnostiche sufficienti per una corretta terapia domiciliare.

"La collaborazione fra medicina del territorio e Ospedale, in questo caso con l’Unità operativa di Radiologia, dimostra come l’integrazione delle competenze sia la chiave per migliorare il percorso di diagnosi e cura, riducendo il rischio di ospedalizzazioni non necessarie e il possibile aumentato rischio di contagi", commenta l'Azienda sanitaria in una nota.

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