Cesena
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Dialogo sulla Costituzione tra Pasquino e Lattuca, Malatestiana gremita

L'associazione “Zaccagnini” di Cesena ha ripreso la sua attività dopo la pausa estiva con una riflessione pubblica sulla Costituzione. Nell'aula magna della Malatestiana, Enzo Lattuca, ricercatore di Diritto costituzionale, ha rivolto alcune domande al politologo di fama internazionale Gianfranco Pasquino.

Dialogo sulla Costituzione tra Pasquino e Lattuca, Malatestiana gremita

L'associazione “Zaccagnini” di Cesena ha ripreso la sua attività dopo la pausa estiva con un interessante momento di riflessione sulla Costituzione. In un'Aula magna della Biblioteca Malatestiana gremita, Enzo Lattuca, già parlamentare Pd nella passata legislatura e oggi ricercatore di Diritto costituzionale, ha rivolto alcune domande a Gianfranco Pasquino, politologo di fama internazionale.

L'incontro, introdotto dal vicepresidente dell'associazione Camillo Acerbi, ha preso le mosse da una questione centrale: "La Costituzione è ancora il Patto fondamentale che lega tutti i cittadini e le istituzioni?".

Pasquino relatori

Parlando di sovranità, un termine sempre più presente nel dibattito politico contemporaneo, Pasquino ha invitato a distinguere fra la sovranità ceduta e quella sottratta, in quanto la prima è volontariamente trasmessa da uno Stato ad un organismo sovranazionale, mentre la seconda viene tolta dal controllo delle strutture democratiche di una nazione.

Riferendosi al populismo, Pasquino ha ricordato che, apparentemente, è populista anche la Costituzione, quando all'articolo 1 afferma che il potere appartiene al popolo, usando una scelta lessicale molto forte e “pesante”, ma che la Costituzione prosegue indicando che il popolo può esercitare questo potere nelle forme e nei limiti indicati dalla stessa carta costituzionale. Popolo sì, populismo no, si potrebbe sintetizzare. In particolare le forme sono quelle della repubblica parlamentare.

Enzo Lattuca ha ricordato una frase di Giovanni Sartori. Lo scomparso politologo era contrario a una democrazia diretta, perché in essa è il singolo, e non il “demos” (cioè il popolo) a decidere, vale a dire che in questo modo si snaturava l'essenza stessa della democrazia.

Pasquino ha ricordato l'articolo 49 della Costituzione, che indica nei sindacati e nei partiti lo strumento per una partecipazione incisiva dei cittadini alla vita nazionale, non per dare vaghi suggerimenti, ma bensì per determinarla. È solo attraverso i partiti che una democrazia funziona; senza, la stessa democrazia entra in crisi. Non a caso, ha proseguito Pasquino, il Parlamento è il luogo in cui si parla, in cui si discute, in cui dal dialogo possono nascere nuove idee. La partecipazione popolare a questo mondo deriva da una eguaglianza di opportunità.

Richiesto di riflettere sulla situazione dei partiti in Europa, Pasquino ha ricordato che nel nostro continente i partiti della tradizione politica non sono in gravi condizioni di salute, in particolare quelli di sinistra: in Portogallo governano, in Spagna sono arrivati da poco al potere, in Germania godono di un solido 26% nei consensi. La situazione italiana è diversa da quella europea: nella nostra nazione i partiti stanno scomparendo, e i partiti “storici” sono del tutto scomparsi, basti pensare che il partito più antico del nostro Parlamento è la Lega (nata nel 1987).

C'è stato anche il momento per alcune domande da parte del pubblico. Un tema trattato è stato il vincolo di mandato: se un politico cambia schieramento “in scienza e coscienza” (cioè se spinto a farlo per motivi validi e non tornaconto personale), deve rimettere il suo mandato? Deve, insomma, obbedire sempre ciecamente alla disciplina di partito? Pasquino ha ricordato il caso del politico inglese Edmund Burke, che rivendicava per il politico la libertà di agire al meglio, in modo consapevole, anche all'opposto di quello che chiedevano i suoi elettori, però, alla fine, spiegando in modo razionale il perché delle sue azioni.

L'ultima riflessione ha toccato il concetto di asilo, di stretta attualità ai nostri giorni. Pasquino ha invitato a non paragonare a quelli di oggi i migranti italiani che un secolo fa abbandonavano la patria per il nord Europa o per le Americhe, in quanto i nostri migranti partivano volontariamente, per lavoro, e non mossi da guerre o da violenze. Detto questo, ha proseguito, il dovere di un essere umano è garantire condizioni di vita decorose a chi rischia di perdere la vita, e che l'accoglienza non può essere disgiunta da una richiesta d'aiuto all'Unione europea, sia a livello di fondi per gestire la situazione, sia a livello di distribuzione dei migranti su tutto il territorio europeo. Non va dimenticato, ha continuato Pasquino, che la situazione nel Mediterraneo è quella che è perché il presidente francese Sarkozy ha scatenato la guerra in Libia, e l'attuale presidente Macron si muove sulle stesse orme del suo predecessore.

L'associazione “Zaccagnini” ha infine dato appuntamento a soci ed amici per giovedì 20 settembre, quando nell'Aula magna della Malatestiana si svolgerà un pomeriggio (inizio ore 17,30) dedicato a Giobbe Gentili studioso della Patristica.

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