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Gli originali di Gramsci esposti in Malatestiana, la biblioteca del "suo" Serra

C'è un filo rosso che lega Antonio Gramsci, intellettuale comunista morto nelle carceri fasciste, e l'intellettuale cesenate Renato Serra, caduto anzitempo nella Grande Guerra. Pochi sanno, infatti, che Gramsci era un estimatore di Serra e trasse ispirazione dagli scritti del cesenate.

Gli originali di Gramsci esposti in Malatestiana, la biblioteca del "suo" Serra

C'è un filo rosso che lega Antonio Gramsci, intellettuale comunista morto nelle carceri fasciste, e l'intellettuale cesenate Renato Serra, caduto anzitempo nella Grande Guerra. Pochi sanno, infatti, che Gramsci era un estimatore di Serra e trasse ispirazione dagli scritti del cesenate.

Si tratta di una delle curiosità emerse oggi pomeriggio, nella Sala Lignea della Biblioteca Malatestiana, nel corso della conferenza stampa di presentazione della mostra "Gramsci. I quaderni del carcere e le riviste ritrovate" (realizzata dalla Fondazione Gramsci in collaborazione con il Comune di Cesena e la Regione).

In rappresentanza delle istituzioni erano presenti Cristian Castorri, assessore alla cultura del Comune e Massimo Mezzetti, assessore alla cultura della Regione Emilia-Romagna. Con loro Gianni Francioni, Francesco Giasi e Luca Paulesu, curatori della mostra e Pietro Folena, Presidente dell'associazione MetaMorfosi che si è occupata di organizzare la mostra.

inaugurazione mostra gramsci

La mostra è composta dai trentatrè quaderni scritti da Gramsci fra il 1929 e il 1935 ai quali si aggiungono alcune riviste appartenute al giovane Gramsci e recentemente ritrovate nella casa a Ghilarza (Sardegna), dove Gramsci visse fra il 1898 e il 1914. La maggior parte dei quaderni, sono stati scritti dall'attivista durante la prigionia e toccano temi che non riguardano soltanto la politica ma affrontano anche argomenti filosofici e culturali, a dimostrazione di come Gramsci fosse una persona dai vasti interessi.

Nella mostra viene dato ampio spazio anche alla figura di Renato Serra, personaggio molto ammirato dal giovane Gramsci. Per questo sono esposti anche alcuni scritti dell'intelletuale romagnolo che furono utilizzati da Gramsci per ampliare la propria formazione culturale.

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