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Quale avvenire per i bianconeri?

Il futuro del Cesena calcio monopolizza il Consiglio comunale

Consiglieri divisi a Cesena. Non in base alla tifoseria, dato che tutti o quasi hanno professato la fede bianconera, ma sul ruolo delle istituzioni nel gestire la crisi della squadra di calcio cittadina.

Il futuro del Cesena calcio monopolizza il Consiglio comunale

Il calcio divide il Consiglio comunale di Cesena. Non in base alla tifoseria, dato che tutti o quasi i consiglieri hanno professato la fede bianconera, ma sul ruolo delle istituzioni nel gestire la crisi del Cesena calcio.

A suonare la carica, già nei giorni scorsi, è stato il gruppo consiliare Libera Cesena, accusando l’assessore allo sport Christian Castorri di conflitto di interesse per i suoi trascorsi come dirigente del Romagna Centro (società di Martorano che potrebbe rilevare il titolo del Cesena facendolo ripartire dalla serie D in caso di fallimento).

Accuse reiterate oggi pomeriggio dai banchi del Consiglio comunale, convocato in seduta monotematica su: "Il calcio a Cesena: prospettive e futuro, percorso condiviso".

La Giunta del sindaco Paolo Lucchi ha presentato a questo proposito un ordine del giorno, emendato subito prima della votazione dai consiglieri comunali di Cesena città aperta (gli ex Pd, ex articolo 1, Biguzzi e Zuccatelli).

Il documento rappresenta una specie di cappello politico messo a posteriori su di un percorso già in atto, che ha visto l’Amministrazione bandire un’indagine conoscitiva rivolta a soggetti interessati a rappresentare la città in un campionato ufficiale della Figc.

L’atto è stato approvato con 14 voti a favore (Pd e Cesena città aperta), nessun contrario e due astenuti (Vania Santi di Cesena Siamo Noi e Gilberto Zoffoli del gruppo misto-Popolari per Cesena). Assenti al momento del voto il gruppo di centrodestra Libera Cesena e il Movimento 5 stelle (avevano annunciato di lasciare l’aula), oltre a Giorgio Gustavo Rosso del gruppo Misto (uscito poco prima del voto).

Proprio la ricerca attiva di nuovi soggetti interessati a rappresentare la città di Cesena in un campionato, con un Cesena calcio in gravi condizioni ma non ancora deceduto, ha mosso le critiche del centrodestra: “Si tratta di una sceneggiata – ha spiegato Stefano Spinelli – di un ordine del giorno strumentale. La Giunta presenta un documento, in cui il Consiglio comunale impegna la Giunta a informare il Consiglio comunale. E dunque? Il motivo per cui siamo qui non è questo documento ma è per spiegare una posizione che non ci trova concordi. Il percorso intrapreso dal Comune interferisce con l’attività dei privati. Per questo la nostra posizione è di abbandonare i lavori di questo Consiglio”.

Stefano Spinelli in Consiglio comunale

Ma perché il Comune si sarebbe mosso in anticipo rispetto ad un eventuale fallimento dell’Associazione calcio Cesena? Per una parte delle opposizioni il disegno sarebbe chiaro, e pianificato da tempo: far diventare il Romagna centro la nuova squadra cittadina, liquidando una volta per tutte il Cesena di Lugaresi.

Il sindaco Paolo Lucchi invece ha risposto alla domanda con una dettagliata cronostoria, che ha ripercorso passo per passo i contatti con il presidente del Cesena Lugaresi. Ne è emersa una lunga serie di promesse tradite, rassicurazioni infondate, impegni non onorati. E, peggio, una situazione finanziaria esplosiva fatta anche di assicurazioni scadute, fideiussioni non rinnovate, lavori a rischio. Con un debito aumentato nel giro di pochi anni di una cinquantina di milioni di euro.

Fino alla goccia che ha fatto traboccare il vaso: la possibilità di perdere gli europei under 21 del 2019 per l’impossibilità del Cesena (a detta della Federazione italiana giuoco calcio) di effettuare i lavori necessari: “Nelle norme Figc è previsto che la Federazione possa concedere di partecipare ad una città, in caso di non ammissione ai campionati di A, B o C, alla Lega nazionale dilettanti, anche in soprannumero. In questo caso la responsabilità ricade sul sindaco e, per questo, abbiamo ritenuto di doverci muovere in anticipo. Anche la riassegnazione dello Stadio e del centro sportivo di Villa Silvia sarà effettuata con procedura pubblica”. Poi, se il Cesena non dovesse fallire e Lugaresi trovasse fantomatici investitori, tutta la procedura si risolverebbe in un nulla di fatto. Ma il Comune vuole trovarsi pronto a fronteggiare il peggio.

Sul presunto conflitto di interesse dell’assessore Castorri, invece, Lucchi ha risposto tagliando corto: “Ad oggi non sono ancora arrivate proposte da parte di società o privati. Se dovessero sorgere elementi di conflitto potenziale sarà nostra cura valutarli”.

Castorri al contrario è “entrato in scivolata” sul consigliere Spinelli: “Questa situazione non si risolve con la superficialità o con le sceneggiate degli ultimi mesi. Nel mio caso non esiste alcun conflitto di interesse, lei sta parlando di nulla. Voi non state capendo nulla di questa vicenda e, anziché approfondire, volete spostare l'attenzione. Nel caso del Cesena ci sono tre tentativi di transazione fiscale non andati in porto, una richiesta di commissariamento, una richiesta di fallimento da parte della Procura. Noi ci siamo mossi solo dopo la disperata mail di Lugaresi, diffusa sulla stampa, perché nei mesi precedenti nulla faceva presagire questa situazione”.

L’assessore al bilancio e vicesindaco Carlo Battistini ha invece passato in rassegna i diversi obblighi contrattuali ignorati dal Cesena, le polizze assicurative sospese, le fideiussioni venute meno. In questo senso il Comune è pronto a farsi carico, a breve, degli aspetti economici che riguardano gli impianti sportivi dato che sono di sua proprietà.

In sede di discussione il gruppo Cesena siamo noi, per bocca della consigliera Vania Santi, ha criticato l’assenza di una commissione preparatoria sul tema, valutando il documento della Giunta: “Un atto politico, una interferenza. Resteremo dunque in aula ma non parteciperemo al voto”.

Giorgio Gustavo Rosso (gruppo Misto, ex 5 stelle) si è detto invece sorpreso dalla convocazione del Consiglio comunale con un unico tema: “Legittimo, per il gran numero di cesenati che amano questa squadra, ma mi è subito corso alla mentre il fallimento della Carisp Cesena con centinaia di milioni di euro persi. Lì nessuno ha ritenuto necessario esprimersi. Perché non impostiamo un Consiglio comunale per una Cesena sostenibile, l’attenzione alla salute, la piena occupazione?”.

“Eppure il calcio è una cosa seria, come tutto il mondo dello sport – ha replicato Luca Magnani del Pd – e con questo indirizzo politico vogliamo mantenere il calcio, e il relativo indotto, a Cesena. Se l’Ac Cesena dovesse fallire la Figc interpellerebbe il sindaco. Meglio farsi trovare preparati e ben venga, dunque, il bando trasparente e la commissione di esperti che dovrà valutare. E comunque non c'è solo il Romagna Centro in serie D… nel territorio c’è anche la Sammaurese, se volesse farsi avanti”.

Poetico l’intervento di Giuseppe Zuccatelli (Cesena città aperta) che ha citato “La leva calcistica della classe 1968”: “Un grande giocatore lo vedi dal coraggio, dall'altruismo e dalla fantasia, cantava De Gregori. Il calcio è un motore fondamentale dello sport. Sarebbe gravissimo che Consiglio comunale e Giunta non prendessero posizione su questo tema”.

Tanto più che si tratta di uno sport che stimola le giovani generazioni ad uno stile di vita più attivo, come ha ricordato Davide Ceccaroni (Pd): “Negli ultimi 30 anni abbiamo visto una diffusione completa del calcio, in ogni quartiere e praticamente in ogni frazione. E in tanti sognano di accedere alle giovanili del Cesena calcio. Non è un orgoglio della città se una società ha accumulato 70 milioni di euro di debiti. La politica ha l’obbligo di intervenire, non lasciare l’aula in segno di protesta”.

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