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Mercato Saraceno

La preside sulla sede distaccata del Garibaldi-Da Vinci: "Percorso condiviso"

La dirigente scolastica Luciana Cino interviene in merito all'attivazione dell'indirizzo "Gestione delle acque e risanamento ambientale" 

Garibaldi-Da Vinci (foto archivio)

La dirigente scolastica Luciana Cino dell'istituto "Garibaldi-Da Vinci" di Cesena risponde ad alcune critiche giunte dalla Cgil. Il tema riguarda la volontà di attivare nell'anno scolastico 2022/23 il nuovo indirizzo professionale "Gestione delle acque e risanamento ambientale" con una sede distaccata nel comune di Mercato Saraceno.

Per il sindacato "molto grave appare il comportamento della dirigenza e dell’ente locale, che non hanno inteso aprire nessun confronto con le organizzazioni sindacali, considerate le ricadute che questa scelta, qualora trovi accoglimento, potrà avere per i lavoratori sui quali verranno scaricate tutte le conseguenze organizzative e didattiche".

"La proposta del "Garibaldi-Da Vinci" - scrive la preside in una nota - è stata costruita nel tempo, studiata e approfondita nell’arco di due anni attraverso un lavoro condiviso. L’iter ha coinvolto il Collegio dei docenti e il Consiglio di istituto che si sono espressi a favore rispetto alla proposta e l’hanno ampiamente sostenuta. Lo dimostrano le delibere del Collegio docenti (solo 8 contrari su 135 docenti) e del Consiglio di Istituto (unanimità). In più c’è un buon numero di docenti ed Ata che vivono nella vallata del Savio e hanno espresso il desiderio, se la richiesta fosse accolta, di poter lavorare più vicini a casa propria".

"Non c’è alcuna opposizione del personale - rimarca la Cino - perché avrebbe potuto emergere in molte circostanze e non è accaduto. Qualcuno, come è fisiologico, ha espresso delle perplessità, non legate alla sede ma al timore di abbassare la qualità dell’offerta formativa. Pensiero lecito, ma che io non condivido assolutamente. Non c’è di certo una graduatoria di qualità tra le scuole, dai licei a scendere fino ai professionali. La serietà della scuola dipende da chi ci lavora, dalla sua preparazione e disponibilità a mettersi in gioco osservando chi si ha di fronte".

Prosegue la dirigente scolastica: "Quando sono andata a vedere quella che sarebbe la sede della futura scuola, ho iniziato a coltivare un sogno: una scuola che fosse un centro civico in grado di promuovere la permanenza sul territorio delle famiglie e contrastare l’isolamento. Credo che lo sgretolamento del tessuto sociale e civile della montagna non possa essere recuperato se non con il mantenimento dei presidi scolastici, realtà educative diffuse che costituiscano comunità di memoria e siano custodi del patrimonio di storia, arte, tradizioni e culture del luogo. È fondamentale valorizzare e far crescere, con uno sforzo condiviso di enti pubblici e aziende private, le realtà periferiche. Senza le scuole questi territori, che non vanno intesi come marginali, ma di importanza strategica, sono destinati all’abbandono e alla marginalità, ad una lenta compromissione delle loro capacità di sviluppo".

"Sono un’idealista - conclude la preside - e penso che nelle realtà più piccole le scuole riescano con maggiore semplicità ad attivare nella pratica quotidiana processi di continuità verticale e orizzontale, a lavorare in vista dell’unitarietà del sapere e della trasversalità, a promuovere la serena convivenza democratica, a educare alla cittadinanza attiva, consapevole e responsabile. La scuola di Mercato Saraceno può diventare questo: un progetto didattico avanzato che sia di esempio ad altre scuole".

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