Cesena
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Caro prezzi

La stangata carburanti ha già cambiato le abitudini

Superato il muro dei 2 euro al litro per i derivati dai combustibili fossili

La stangata carburanti ha già cambiato le abitudini

Il caro carburante è sempre più da allarme rosso per la collettività e la guerra in Ucraina ha acuito il problema che ora diventa una vera e propria emergenza. Il risveglio di ieri mattina, 8 marzo, per i cittadini cesenati, ma non solo, è stato traumatico: è bastato percorrere la via Romea da San Mauro in Valle fino al collegamento con la via Dismano per imbattersi nei rincari simultanei di tre distributori della zona.
I derivati dai combustibili fossili hanno rotto e superato il muro dei 2 euro al litro, con l’apice toccato dal metano, a quota 2,998 euro al chilo presso la stazione di rifornimento nella zona industriale di Pievesestina. Per il cittadino medio si tratta di una vera e propria stangata, come ad esempio la cesenate Martina, proprietaria di un’automobile a metano. “Il rincaro dei prezzi ha già cambiato le mie abitudini – dice la 31enne - cerco di muovermi nelle vicinanze in bici o a piedi per limitare l’utilizzo del mio mezzo. Quando vado fuori città, per tratte più lontane, cerco di farlo in compagnia in modo da dividere il carburante con altre persone che devono spostarsi”. Le alternative sono poche, “data la situazione, è necessario valutare diversi mezzi oltre l’auto, compatibilmente con lo stress da viaggio. Il treno è sempre un buon compromesso per i lunghi spostamenti”. 
Va un po’ meglio il Gpl, “i prezzi sono aumentati rispetto alla scorsa estate – dice Francesco – per fortuna io uso la bicicletta per recarmi al lavoro, ma ormai un pieno mi costa più di 20 euro”. A farne le spese è soprattutto chi effettua viaggi continui, come Luca: da Cesena si sposta tutti i giorni per cause lavorative a Forlì con la sua Fiat 500 a gasolio. "Faccio il pieno una volta ogni sette giorni - ci spiega - questo mi basta ad andare in ufficio cinque giorni a settimana e fare un paio di trasferte nel territorio, compreso il tragitto per andare dalla mia fidanzata che abita fuori dal mio comune. Sicuramente con l'arrivo della primavera userò, per andare ad allenarmi a basket, la bicicletta o il monopattino elettrico. Purtroppo per tanti motivi non posso fare a meno di usare l'automobile. Lo smart working, che ho già attuato nei mesi scorsi per altri motivi, potrebbe essere una buona soluzione".
Un’altra categoria colpita dalla scure dei rincari dell’oro nero è quella degli autostrasportatori. “Noi siamo in difficoltà già dalla fine dell’anno - dice Fabio Vignali, titolare dell'omonima azienda di logistica con sede a Bertinoro - la committenza qualcosa ci aveva riconosciuto ma negli ultimi 10 giorni sono saltati tutti gli schemi. Se facciamo un’analisi del gasolio, la materia più importante per il nostro lavoro, ha avuto un aumento in sei mesi di 70 centesimi. L’incidenza del costo chilometrico su un automezzo è di 25 centesimi. È tanto". L'allarmismo è alto, "siamo in difficoltà - aggiunge - speriamo negli interventi delle nostre associazioni e dello Stato. È difficile andare dai clienti per farci dare una mano, perché quello che si ottiene oggi, poi domani non va più bene a causa dei continui rincari Se non si trova una soluzione con risposte chiare, non c’è futuro".
Oltre alla pompa, il consumatore vedrà aumentati i prezzi dei prodotti negli scaffali degli esercizi commerciali, naturale conseguenza dell'aumento dei prezzi dei carburanti. "Se lo Stato non ci darà supporto, tutto ciò si ripercuoterà sulla collettività. Penso che anche gli stipendi dei lavoratori dovranno essere rivisti, è un ulteriore costo della produzione". All'orizzonte si profila lo spettro dello sciopero come ultima arma per farsi sentire. "In cantiere c’è qualcosa - rivela Vignali - ma sarebbe meglio evitarlo, perché è uno strumento che porta confusione e non fa bene al Paese. Bisogna sedersi al tavolo, non negare l’evidenza perché la situazione è difficile anche nel fare richieste. Quanto avevamo chiesto e ottenuto, come categoria lo scorso settembre, sembrava fosse stato un lavoro fatto bene, poi in 10 giorni tutto è cambiato. Nelle ultime settimane siamo entrati in un tunnel da cui non se ne viene fuori. Oggi il diesel costa 1,95, da domani passerà a 2,10".

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