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La storia di Annalisa, dal dramma a un immenso grazie per il dono della vita

“Perché la vita è un brivido che vola via, è tutto un equilibrio sopra la follia....”

Foto d'archivio

Questa è la storia di Annalisa. Una storia di sofferenza, ma anche di bellezza, di gioia, di rendimento di grazie. Ecco perchè è stata resa nota, questa mattina, tramite la collega giornalista Vania Leone.

Allora noi diamo volentieri voce ad Annalisa Guardagli e a suo figlio, il piccolo Tommaso che proprio oggi compie un anno. Nessuno ci avrebbe creduto, poco più di un anno fa. Lei, Annalisa, ormai era data per persa, visto quello che le era capitato. Invece i miracoli ancora succedono, grazie a tanti che si sono prodigati, gli specialisti e in particolare la Banca del latte che ha sede all'ospedale "Bufalini" di Cesena. A volte non ci si pensa, oppure a volte si fa solo caso a ciò che non funziona. Invece ci sono storie anche come quella di Annalisa, da leggere, per stupirci ancora una volta. Sì, perchè la vita e il bene, molto di più di ciò che non si pensi, sono davvero diffusi.

Ecco la testimonianza giunta in redazione.

Ho scoperto di essere incinta il 12 febbraio 2018, dopo tanta attesa, il test positivo… due linee…

Ho impacchettato il test di gravidanza e ho scritto il biglietto: “Questo è il regalo di san Valentino in anticipo”, ovviamente per il mio fidanzato.

Ho avvisato la mia ginecologa e lo stesso giorno ho fatto la prima visita.

Sullo schermo è comparso quel “puntino”, misurava 3,5 cm. Tutto andava bene, ma era troppo presto per poterlo annunciare, così sono iniziati i giorni di acido folico e pipì ogni dieci minuti.

Data presunta del parto, 14 ottobre 2018, mentre passavano i giorni e io non riuscivo ancora a crederci.

Sono iniziati anche i primi esami. Bi-test tutto bene, andavano bene anche gli esami del sangue, fino al dna fetale, che abbiamo dovuto ripetere due volte perché sembrava non ce ne fosse abbastanza nel sangue.

Ero in super paranoia, nonostante la mia ginecologa mi dicesse di stare tranquilla, che lo avremmo ripetuto.

Un sabato mattina compaiono delle perdite di sangue, con panico annesso. Avviso la ginecologa che mi fissa subito un appuntamento e mi dice che va tutto bene e che per il periodo in cui sono  è normale, ma decide comunque di darmi la maternità a rischio.

Nel frattempo firmiamo il mutuo per comprare casa.

A fine maggio ho la morfologica, si vedono le manine, piedini.… la dottoressa è molto brava e controlla ogni minima cosa, ma comunque il sesso non si vede e quindi ho iniziato a farmi camminare per il corridoio.… entro di nuovo e mi dice che è un maschietto… pensavo fosse femmina, avevo sbagliato!

La vita va avanti, il mutuo è firmato, la casa è nostra, e iniziano i primi lavori perché fosse perfetta per ottobre.

Mi sveglio, mi passo una mano tra i capelli e non ci sono più, sono praticamente rasati.…

Cerco di guardarmi attorno, vedo le persone, ma nessuno di loro in modo chiaro, riconosco la mia mamma e chiedo cosa è successo.

La mamma mi racconta che un lunedì mattina, il 2 luglio, mi sono svegliata presto con un un gran mal di testa, non riuscivo nemmeno a scendere dal letto, il mio compagno decide di portarmi al pronto soccorso di Lugo dove la dottoressa si rende conto della gravità della situazione, e lo comunica subito ai miei parenti. Sono stata portata d’urgenza al "Bufalini" di Cesena, quando sono arrivata ero già rasata, la dottoressa aveva già finito il turno ma è stata fatta tornare.

Quando ha visto la mia situazione ha comunicato che una “cosa” così non l’aveva mai vista, ma che ci avrebbe comunque provato.

Qualche giorno dopo mi dicono che ho un figlio, ma io non ricordo nemmeno di essere stata incinta, il mio bimbo è nato il 12 luglio esattamente 10 giorni dopo il mio intervento, è in Tin (terapia intensiva neonatale).

Sono poi stata trasferita a Cesenatico nel reparto riabilitativo, dove ho trovato persone brave e gentili, dottori le infermiere i fisioterapisti… e così tutte le mattine quando mi alzavo chiedevo cosa fosse successo, perché mi trovassi lì.… Chiedevo e vomitavo, almeno 2/3 volte.

Non avevo fame, bevevo acqua ma sembrava acqua “piena di ferro”. Tutto aveva un sapore strano.

Tutto era strano.

Alle 10 arrivava Marina (la mia super fisioterapista). Mi metteva a sedere nel letto e io piangevo, non volevo alzarmi mi veniva solo da vomitare. Ma lei ogni mattina stava seduta a fianco a me, parlavamo e mi tranquillizzava, mentre nel pomeriggio andavo dalla neuropsicologa (la dottoressa Brunelli, grandissima donna dal cuore enorme) dove mi faceva fare tutti gli esercizi per poter “riattivare” la memoria… ogni mattina passava anche il mio dottore, il dottor Teodorani, prima ancora di indossare il camice entrava in stanza e mi chiedeva come stavo, come era andata le notte. Con lui ho “contrattato” da subito per avere solo una sbarra nel letto alzata… non si sa mai,  fossi dovuti uscire dalla stanza per “emergenze”, e chi era con me in stanza e tutto il reparto sa delle “emergenze”di cui parlo (ora ci ridiamo su).

Il mio compagno veniva tutti i giorni, e tutti i giorni mi raccontava cosa mi era successo e come stava il nostro bimbo.… e piano piano inizio a realizzare che abbiamo un figlio.

Sì, abbiamo un figlio, fatto nascere il 12 luglio alle 19,09 con taglio cesareo, pesava 910 gr per 35 cm.

Questa testimonianza è stata scritta “a sei mani”. Le mie, quelle del mio compagno e quelle di Tommaso, che è la nostra forza.

Vogliamo ringraziare le nostre famiglie per essere sempre al nostro fianco. I medici e le infermiere della Tin, i medici e le infermiere della rianimazione del Bufalini, il dottor Teodorani, la neuropsicologa Brunelli e la fisioterapista Marina dell’ospedale "Marconi" di Cesenatico.

Un grazie infinito anche all’attività della Banca del Latte Umano Donato dell’Ausl della Romagna, che ha sede proprio nel reparto di Terapia intensiva neonatale del "Bufalini", e approfitto per spingere le donne che hanno possibilità a donare latte materno per chi, come me, la possibilità non ce l’ha.

Infine vogliamo ringraziare tutti i nostri amici per l’amore e la vicinanza che ci hanno trasmesso in questa “avventura”.

Vogliamo dire un grazie enorme alla dottoressa R.M. del Bufalini di Cesena che mi ha “ridato” la mia vita e ha permesso che Tommaso iniziasse la sua.

“Perché la vita è un brivido che vola via, è tutto un equilibrio sopra la follia....”

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La storia di Annalisa, dal dramma a un immenso grazie per il dono della vita
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