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Lions e Rotary per la ricerca sul cancro

Il professor Amadori ha illustrato un'eccellenza del territorio, l'Istituto oncologico romagnolo

Una foto dell'incontro svoltosi ieri sera nella sede dell'azienda Caterina Lucchi e Campomaggi, a Borello di Cesena. Al microfono il professor Dino Amadori, fondatore dello Ior, Istituto oncologico romagnolo

Primo interclub tra i club service Lions e Rotary di Cesena tutta incentrato sul tema della solidarietà.
La serata si è svolta presso la sede dell'azienda Campomaggi & Caterina Lucchi a San Carlo di Cesena. Nel corso dell'incontro lo Ior, Istituto oncologico romagnolo, ha effettuato la donazione di un ecografo (costo attorno ai 30 mila euro) all'unità operativa di anestesia e rianimazione dell'ospedale "Maurizio Bufalini" di Cesena.

Hanno preso parte al meeting il professor Dino Amadori presidente dello Ior, il dottor Vanni Agnoletti direttore dell'unità operativa di anestesia e rianimazione dell'ospedale Maurizio Bufalini di Cesena, il dottor Fabrizio Miserocchi direttore generale dello Ior e Domenico Scarpellini, vicepresidente Ior. Con loro, al tavolo della presidenza, Ester Castagnoli presidente del Rotary e Caterina Lucchi, padrona di casa e presidente del Lions club di Cesena. Con lei il marito, Marco Campomaggi. Ha condotto la serata Fabiola Casadei. Presente anche il sindaco di Cesena Paolo Lucchi, il suo vice Carlo Battistini e la consigliera regionale Lia Montalti

Appassionato l'intervento del professor Amadori che ha parlato di ricerca e di sanità. E di come la seconda sia sempre molto migliore quando si accompagna alla prima e ne diventa la molla per guardare sempre avanti, a vantaggio dei pazienti e del territorio. Amadori ha ricordato anche i suoi inizi e di come sia nata la sua vocazione per lavorare sui tumori e sulla ricerca. "Negli anni '50 neanche si poteva citare la parola cancro. Si diceva un brutto male. Bisognava sdoganare questo fatto. E poi il desiderio di studiare, ai tempi dell'università, senza sprecare un solo minuto di tempo, assieme al mio amico qui presente, Pietro Riva. Si studiava molto, tantissimo, a Bologna. Poi la ricerca, iniziata qui, ora diventata un'eccellenza a livello nazionale. Non ci fermiamo. Guardiamo avanti e dobbiamo cercare di diventare riconosciuti anche a livello europeo. Questo è il nostro prossimo obiettivo".

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