Cesena
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Quartiere Rubicone

Nel ricordo di chi è caduto per la patria

Incontro a Cesena con Pietro Trapassi, fratello di Mario, ucciso col giudice Chinnici

Nel ricordo di chi è caduto per la patria

Gremita la sala conferenze del Quartiere Rubicone, a Calisese: nel pomeriggio di oggi, lunedì 25 settembre, si è svolto l'incontro fra gli studenti della frazione cesenate con Pietro Trapassi, autore del volume “Caino vive a Palermo”.

L'incontro, organizzato dalla Scuola media di Calisese, si sarebbe dovuto svolgere a maggio, ma l'alluvione ha costretto a cambiare i piani, e così gli studenti hanno dovuto aspettare il mese di settembre per ricevere il premio del “Resto del Carlino” per il campionato di giornalismo e per incontrare l'autore del libro letto durante il precedente anno scolastico.

Particolarità: erano stati gli studenti dell'ultimo anno a leggere il libro, quindi attualmente sono studenti degli istituti superiori, eppure non sono mancati all'incontro con l'autore, testimonianza dell'interesse sviluppato in loro dai loro insegnanti, rappresentati da Gianluca Liardo, che ha presentato il pomeriggio.

Pietro Trapassi, attualmente assessore alla cultura nel Comune di Campi Bisenzio (Firenze) ha realizzato un testo dedicato alla memoria del fratello Mario, ucciso il 29 luglio 1983 insieme al giudice Rocco Chinnici, di cui era caposcorta, e a Salvatore Bartolotta, vicecaposcorta.

Mario Trapassi aveva 33 anni, ed era sposato, padre di quattro figli: la più grande aveva appena sei anni.

«Ho scritto questo libro - ha detto Trapassi - per dare un nome a un uomo della scorta: mio fratello e chi è morto con lui meritava questa attenzione. Aveva combattuto le Brigate Rosse e poi la mafia, perché dal nord Italia voleva tornare nella sua Sicilia. La nostra era una famiglia povera: io sono stato il solo a poter studiare e a ottenere una laurea, e per questo Mario mi guardava con ammirazione, ma sono io ad ammirare lui e il suo coraggio. Lui fu un vero eroe: nonostante la mamma e la moglie gli chiedessero di smettere di fare la scorta, lui ha continuato, sapendo quel che rischiava. Il suo è un sacrificio che non deve essere dimenticato».

L'attenzione dei tanti studenti, le numerose domande, l'affetto tangibile per l'autore hanno mostrato che l'interesse è reale e, possiamo sperare, destinato a mantenersi nel tempo.

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