Cesena
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Slow food ricorda Giampiero Giordani adottando due orti in Africa

La cena organizzata da Slow Food a Celincordia la scorsa estate in ricordo di Gianpiero Giordani ha permesso, attraverso una raccolta fondi, di adottare non solo uno ma ben due orti in Africa. Il risultato della raccolta fondi è stato illustrato dall'associazione nel corso di un apertivo in centro a Cesena

L'incontro di Slowfood al Baricentro

Raggiunto l’obiettivo e anzi raddoppiato: la cena “Il Sapore dei Ricordi” organizzata a Casa Celincordia la scorsa estate in ricordo di Gianpiero Giordani, ha infatti permesso, attraverso una raccolta fondi, di adottare non solo uno ma ben due orti in Africa.

L’iniziativa di Slow Food Cesena, in collaborazione con Confesercenti Cesenate, si inserisce nel grande progetto internazionale di Slow Food di realizzare “10mila orti in Africa”: realizzare orti buoni, puliti e giusti nelle scuole e nei villaggi africani significa garantire alle comunità cibo fresco e sano, ma anche formare una rete di leader consapevoli del valore della propria terra e della propria cultura; protagonisti del cambiamento e del futuro di questo continente.

Il risultato della raccolta fondi è stato illustrato dall'associazione nel corso di un apertivo in centro a Cesena.

Il primo è un orto scolastico, “Christ The King” nella contea di Nakuru, in Kenya. Si tratta di una scuola privata per ragazze frequentata da 380 studentesse. L’orto di un quarto di acro coinvolge 40 studenti di età compresa tra 14 e 17 anni. Il gruppo locale di Slow Food, la condotta Central Rift, ha presentato i progetti e le attività di Slow Food alla scuola, che ha apprezzato la filosofia del movimento. Il progetto dell’orto consentirà agli studenti di acquisire maggiori conoscenze sul cibo che consumano, preparandoli a diventare, un giorno, genitori migliori.

Il secondo invece è un orto comunitario, “Wisdom Odartey”, in Ghana. Questo orto familiare si trova a Mankomeda, a circa 8 km da Kasoa, nella municipalità di Awutu-Senya West. La famiglia si compone di nove membri, di cui cinque uomini e quattro donne. Il terreno occupa circa mezzo acro; il suolo è ricco di azoto ed è in una zona pianeggiante. I prodotti che vi sono coltivati, destinati al consumo della famiglia, comprendono mais, banane platano e manioca.  

L’aperitivo, grazie al prezioso contributo di Baricentro e Gin Primo, è stata anche l’occasione per assaporare e valorizzare prodotti eccellenza del territorio: Gabriella Fabbri con la figlia Veronica e il marito Claudio Biagiarini di Baricentro aveva preparato tortelli alla lastra, raviggiolo, salame e gin tonic con il Gin al sale di Romagna di Federico Lugaresi.

Slow food ricorda Giampiero Giordani adottando due orti in Africa
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