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Concessioni demaniali, il sindaco Gozzoli chiede regole chiare per la costruzione dei bandi

Dopo la messa in mora della Commissione Europea 

Concessioni demaniali, il sindaco Gozzoli chiede regole chiare per la costruzione dei bandi

«La lettera di messa in mora che la Commissione Europea ha inviato all'Italia il 16 novembre - inizia il sindaco Matteo Gozzoli -  era ormai nell’aria da tempo e non aggiunge grandi novità al dibattito in corso ma ribadisce concetti e sentenze già noti da anni.
L'unica novità - se così vogliamo chiamarla -  è la sonora bocciatura del lavoro del tavolo tecnico istituto dal Governo Meloni, impegnato a dimostrare che le concessioni balneari non rappresentano un bene scarso ma che in Italia è al momento occupato solo il 33% dello spazio concedibile occupato. 

Come amministratori locali, pur essendo parte attiva nelle procedure, non siamo mai minimamente stati coinvolti ai tavoli, ed è chiaro come l’attuale Governo abbia perso esattamente un anno di tempo per condividere con Regioni e Comuni criteri e modalità per le evidenze pubbliche. In questi mesi c’erano tutte le condizioni per predisporre i decreti attuativi previsti dalla legge sulla concorrenza in materia demaniale e magari, come suggerito dalla Regione Emilia-Romagna, in accordo con associazioni ed Enti locali, puntare su alcuni punti chiari. Il giusto riconoscimento del valore aziendale dell’impresa, degli investimenti realizzati e della professionalità degli operatori che hanno gestito finora il bene demaniale, gli standard qualitativi dei servizi e la sostenibilità sociale e ambientale del piano degli investimenti e stabilendo per legge un canone riattualizzato che non deve essere oggetto di aste a rialzo.

In campagna elettorale il Governo Meloni aveva fatto promesse difficilmente realizzabili. A onor del vero bisogna ricordare che dal 2009 a oggi i vari Governi che si sono succeduti non hanno mai affrontato con serietà un tema così complesso e cruciale per un Paese che vede nel turismo uno dei principali fattori del PIL nazionale. In questo anno oltre a perdere tempo si sono illuse migliaia di imprese e lavoratori del comparto che ormai da 15 anni procedono a suon di proroghe senza uno straccio di strategia per il futuro e per gli investimenti che nel settore turistico sono fondamentali. 

Ora il Governo ha due mesi di tempo per rispondere alla messa in mora, siamo quindi sull’urlo di una nuova procedura di infrazione europea con danni a carico di tutto lo Stato e paradossalmente a danno di quegli imprenditori e quelle famiglie che si vorrebbero tutelare senza produrre le evidenze pubbliche. In questa fase, come spesso accade, saranno i Comuni a dover prendere atto del vuoto normativo a cui siamo di fronte. Si dovranno giustificare con atti l’impossibilità di procedere con le evidenze pubbliche entro il 31.12.2023 e iniziare un lavoro tecnico per concludere l’iter entro il 31.12.2014 garantendo così la continuità aziendale per l’anno 2024.
Ora di fronte a questo impasse senza precedenti, col rischio che si generino migliaia di ricorsi, come sindaco di Cesenatico chiedo regole chiare, semplici e certe per la costruzione dei bandi.

Inoltre, è arrivato il momento che alle Regioni e ai Comuni siano i protagonisti di questo passaggio delicato perché sono gli Enti locali a conoscere le caratteristiche del territorio e sono i Comuni che avranno l’onere delle evidenze pubbliche».

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