Il dono di Pier Maria Semprini a Pio VII ricordato al Museo della Marineria

Sabato 10 dicembre alle 16 al Museo della Marineria di Cesenatico è in programma la presentazione del volume "Pier Maria Semprini a Pio VII - Il ritorno dei benedettini all'Abbazia del Monte di Cesena". La pubblicazione, promossa dalla società “Amici del Monte” e dalla comunità monastica benedettina, illustra un periodo storico difficile per l’abbazia cesenate che, dopo la soppressione napoleonica del 1797, rischiò di scomparire con la messa in vendita del complesso monastico destinato, come sembra, alla distruzione. Venne però salvata dal nobile cesenaticense Pier Maria Semprini (Cesenatico 1747-Bologna 1816), che nel 1812 acquistò dal Demanio il monastero, donandolo poi nel 1814 a papa Pio VII, di passaggio a Cesena durante il suo trionfale viaggio di ritorno a Roma dalla prigionia di Fontainebleau.

Pietro Maria Semprini fu anche un benefattore della città di Cesenatico alla quale donò il terreno e il denaro per la costruzione del primo Ospedale civile nella sede di via Armellini, poi sostituito da quello attuale di via Abba. L’edificio originario, demolito nel 1970, venne poi ricostruito come sede del Museo della Marineria. Semprini acquistò dal Demanio anche il convento dei Cappuccini di Cesenatico, anch’esso soppresso nel 1797, per restituirlo ai monaci e alla comunità cesenaticense negli anni successivi.

In occasione della presentazione del libro, la società "Amici del Monte" consegnerà una pergamena al Comune di Cesenatico con la quale si nomina “socio onorario alla memoria” il nobile Pier Maria Semprini, per la sua opera salvifica a favore dell’Abbazia del Monte di Cesena.

Durante il pomeriggio interverranno, oltre al curatore Giulio Zamagni e agli autori dei diversi saggi, l’assessore al Bilancio del Comune di Cesenatico Jacopo Agostini, l’assessore alla Cultura del Comune di Cesena Carlo Verona, il priore del Monte dom Mauro Maccarinelli e il presidente della società "Amici del Monte" Luciano Almerigi. Coordinerà i diversi interventi Ines Briganti, presidente dell'Istituto storico di Forlì-Cesena.