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Colombia: ucciso un operatore sociale a Tumaco. Il dolore della Chiesa e la richiesta di sicurezza

Il leader sociale ucciso stava operando nell'ambito di un progetto di prevenzione sulle mine antiuomo promosso dalla pastorale sociale colombana

Foto agensir

In un comunicato il Segretariato nazionale di pastorale sociale – Caritas della Colombia esprime il suo dolore per l’uccisione, avvenuta martedì scorso a Tumaco (dipartimento di Nariño, nel sudovest del paese), del leader sociale José Jair Cortés, che stava operando nell’ambito di un progetto di prevenzione sulle mine antiuomo promosso dalla pastorale sociale colombiana e dalla Campagna colombiana contro le mine. Il comunicato è firmato congiuntamente dalle due organizzazioni. “Jair era una persona allegra, sensibile e impegnata assieme alla sua comunità. Dobbiamo dire che proprio per queste sue caratteristiche è stato assassinato”. Le due organizzazioni proseguono spiegando il loro lavoro di accompagnamento nella difficile situazione che vivono le comunità di questa zona: “Conosciamo la difficoltà e i rischi per la loro vita che corrono i leader sociali che lavorano qui”.
In una dichiarazione che appare sul sito della Conferenza episcopale colombiana il direttore nazionale del Segretariato di pastorale sociale – Caritas, mons. Héctor Fabio Henao, dichiara che “questo fatto dimostra la gravità della situazione che si vive in questa parte del Paese e l’enorme vulnerabilità di molti leader sociali”.
Mons. Henao esprime solidarietà e vicinanza alla famiglia e alla comunità dell’operatore e rivolge un appello a tutte le regioni colombiane perché “venga garantita la protezione e la sicurezza dei leader e degli operatori sociali”.
Tumaco era stata teatro, all’inizio di ottobre dell’uccisione di sei contadini da parte delle forze di polizia, in circostanze non del tutto chiarite. La scorsa settimana il vescovo, mons. Orlando Olave Villanoba, aveva diffuso un accorato comunicato. “Il vescovo, il clero e gli operatori pastorali, consapevoli di quanto accade – abbandono dello stato, violenza, narcotraffico, indifferenza, povertà e emarginazione -, invitano ad analizzare la nostra situazione e a scoprire la speranza, il dialogo e l’ordine come la via per superare questa orribile notte”, si leggeva nel testo, mentre si chiedevano allo Stato maggiore presenza e progetti di sviluppo per la martoriata zona.

Fonte: Sir
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