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Gaza sotto le bombe. Padre Romanelli (parroco): “Dopo il Calvario anche a Gaza arriverà la Pasqua”

Lancio di razzi, stanotte, dalla Striscia di Gaza e raid aerei israeliani in risposta. Violente esplosioni nel sud del Libano. I giorni della Pasqua cristiana, della Pesach ebraica e del Ramadan islamico, sono segnati da un aumento di tensione che rischia di infiammare tutto il Medio Oriente

Foto archivio agensir.it

“Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno”: esordisce al telefono con queste parole, tratte direttamente dal Vangelo di Luca, padre Gabriel Romanelli, parroco latino della parrocchia della Sacra Famiglia, l’unica cattolica della Striscia di Gaza. Poco più di 120 fedeli, su due milioni di abitanti, tutti musulmani. La comunità cristiana ortodossa gazawa è stimata in circa 800 persone. “La notte appena trascorsa è stata piuttosto rumorosa”, dice all'agenzia Sir il religioso, riferendosi ai raid aerei israeliani effettuati in risposta al lancio dei razzi, 44 secondo fonti militari di Israele, da parte dei miliziani di Hamas. Ma razzi sono piovuti su Israele anche dal Libano dove altrettanto decisa è stata la replica dell’esercito con la Stella di David. Sono i giorni della Pasqua cristiana, della Pesach ebraica e del Ramadan islamico, ma adesso questa tensione rischia di infiammare tutto il Medio Oriente.

Tanta paura. “È stata una notte difficile perché nessuno pensava ad un attacco. La domanda che ci facciamo è fin dove arriveranno nel combattersi. Comunque – riferisce padre Gabriel – la nostra comunità sta bene. Solo tanta paura. Dobbiamo pensare a vivere la Pasqua nel migliore modo possibile. In queste ore stanno arrivando i nostri giovani per preparare il rito del Venerdì Santo”. Dopo aver vissuto la Domenica delle Palme e pregato, come da tradizione, nei giorni di lunedì, martedì e mercoledì santo le Lamentazioni di Geremia, il cosiddetto ‘Ufficio delle Tenebre’, ieri in parrocchia è stata la volta della Messa della lavanda dei piedi e il ricordo del dono del sacerdozio. “La chiesa era gremita di fedeli – racconta padre Gabriel – abbiamo lavato i piedi a 12 uomini, uno per ogni famiglia della parrocchia a simboleggiare tutta la comunità. Purtroppo la tensione crescente e lo scambio di colpi tra i miliziani e l’esercito di Israele ci ha impedito di compiere il tradizionale pellegrinaggio ai sette Tabernacoli che abbiamo qui nella Striscia e che si trovano all’interno del centro giovanile, degli istituti religiosi cristiani e nella parrocchia ortodossa. Non sappiamo nemmeno – aggiunge il parroco – quanti sono i cristiani locali che hanno ricevuto da Israele i permessi pasquali per recarsi a pregare a Gerusalemme. Pensiamo che la maggioranza ne sia priva”.

Venerdì Santo. Questa mattina celebriamo la Via Crucis con i religiosi mentre nel pomeriggio “rivivremo la Passione al termine della quale si terrà la processione con il Cristo morto, dalla parrocchia fino al nostro cimitero, dietro la Chiesa. La bara di Gesù viene riempita da fiori e impreziosita da incenso, aromi e profumi, come il nardo. Durante il tragitto i fedeli gettano fiori al passaggio della salma di Gesù che verrà deposta in una tomba simile a quella del santo Sepolcro di Gerusalemme, realizzata dai giovani. La salma di Gesù è seguita dall’immagine della Madonna Addolorata e da una croce decorata con i fiori. Una volta deposto il Cristo in questo sepolcro si fa ritorno in chiesa dove vengono issate tre Croci, quella di Gesù al centro. La funzione termina con una preghiera rivolta a Maria per consolarla della morte del Figlio”. Domani, Sabato Santo, è in programma la recita del Rosario e una riflessione sui dolori della Madonna. “Vedremo cosa accadrà tra oggi e domani. Se non ci saranno segnali di una vera e propria guerra domani sera celebreremo la Veglia Pasquale. Se ci fossero segnali di pericolo allora la anticiperemo di un paio di ore”.

La Pasqua dopo il Calvario. “La veglia pasquale e la Messa di domenica di Pasqua – conclude il parroco – segneranno il culmine della festa che vedrà anche lo scambio di doni, uova e cioccolato, la consegna di candele dell’acqua benedetta per benedire le abitazioni. Ci confortano le parole del nostro patriarca Pierbattista Pizzaballa che, la Domenica delle Palme, ha invitato i cristiani a non perdere la speranza, a non avere paura ma a rinnovare il nostro impegno di pace e di unità, confidando nella potenza dell’amore di Cristo. Dopo il Calvario anche a Gaza, nella nostra piccola realtà, arriva la Pasqua”.

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