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Il matematico russo Arutyunov: “Prigione o diserzione, ma non combatterò contro gli ucraini”

Il docente dell’Istituto moscovita di fisica e tecnologia e co-presidente del sindacato indipendente “Solidarietà universitaria” non ha alcuna intenzione di combattere la guerra voluta da Putin. Al Sir racconta una situazione pesante: non è possibile manifestare in piazza, chi lo fa finisce in carcere e rischia di essere inviato al fronte

Ucraina, MyKolaiv: distruzione causata dalla guerra. Foto agensir.it

“Io ho 34 anni e sto bene quindi sono uno di quelli che hanno ottime possibilità di ricevere la cartolina in cui si dice che il mio Paese vuole che io muoia per i suoi interessi. Sono tra quelli che potrebbero essere chiamati per primi”. Racconta così al Sir Andronick Arutyunov, docente associato di matematica dell’Istituto moscovita di fisica e tecnologia, docente alla Libera Università di Mosca e co-presidente del sindacato indipendente “Solidarietà universitaria”. Risponde tranquillo alle domande, dalla sua casa di Mosca, lucido e fiducioso. Racconta che il sindacato nei giorni scorsi ha preso una dura posizione contro la mobilitazione annunciata da Vladimir Putin: “non abbiamo il diritto di fare appelli in violazione alle leggi della Federazione Russa”, hanno scritto, “ma chiediamo a tutti: per favore rimanete umani! Non commettete crimini contro la natura umana! E ricordate che una guerra ingiusta è un crimine”. E commenta: “abbiamo buone possibilità che dopo questo ci chiudano, ma non potevamo tacere”.

Se riceverà la cartolina, che cosa farà?
È certo che non andrò mai a combattere contro l’Ucraina.

Come potrebbe evitarlo?
Ci sono tre possibilità: provare a scappare dalla Russia o nascondersi da qualche parte in questo nostro grande Paese; andare in prigione con una pena da 3 a 10 anni; oppure arruolarsi e poi disertare. Poi ci sono vie di mezzo, con tentativi di rivolgersi agli avvocati… Parlano di mobilitazione generale, ma in realtà non è così. Se non vuoi andare, si riesce a non andare. Non correranno dietro a ogni maschio per convincerlo a partire.

Fin qui che cosa ha visto succedere intorno a lei?
Uno dei miei studenti, è andato alla manifestazione del 22 settembre a Mosca contro la mobilitazione, è stato arrestato dalla polizia, e nel distretto di polizia gli hanno dato la cartolina. Ora è ancora in stato di fermo. Stiamo cercando di aiutare il padre a capire come fare per evitare che questo ragazzo, che studia all’università, debba partire. So di parecchi casi del genere.

Nelle principali città della Federazione il fine settimana è stato di nuovo teatro di proteste e di arresti contro la mobilitazione.  La gente si sta ribellando, più che per l’avvio della guerra, è così?
Le proteste dei giorni scorsi sono state nelle grandi città ma anche nelle repubbliche nazionali, come il Daghestan, dove le persone hanno bloccato le strade federali. Quel che è certo è che molti che prima sostenevano la guerra hanno cambiato idea e hanno capito che non è uno scherzo. Sui social media molti dicono che la guerra va bene, ma “perché io o mio figlio o mio fratello?”

Sono le donne che scendono in piazza?
Alle manifestazioni vanno anche gli uomini ma in effetti è un problema, perché oltre a rischiare di essere picchiato e arrestato, rischi anche di ricevere la cartolina e questa è la cosa peggiore.

È vero che c’è più probabilità di ricevere la chiamata se si vive in una zona periferica della Federazione Russa?
Non ci sono dati precisi al riguardo per ora, ma è vero che nelle piccole città o in quelle delle repubbliche, sembra che ci si siano più chiamate e che questa sia diventata una guerra coloniale. Anche se Putin dice che tutte le nazionalità sono uguali nel combattere contro il nazismo in Ucraina, in effetti è una guerra coloniale, in cui la maggior parte dei soldati sono dalle periferie. Questo non succedeva nelle guerre precedenti, nemmeno in Cecenia o Afghanistan.

Rispetto al concetto di “parziale”, legato alla mobilitazione: quali sono i numeri reali?
Non sappiamo i veri numeri! Nel decreto pubblicato da Putin c’erano diversi articoli ma non si parlava di numeri; ci sono degli articoli che sono rimasti secretati e sono quelli riguardo ai numeri. ll ministro della difesa Sergei Shoigu ha detto che saranno chiamate 300mila persone, ma non ci sono documenti che attestino alcunché. Io penso che manderanno molte più di 300mila lettere, ma quante persone veramente partiranno non si sa. Il governo russo non è come quelli europei: qui nessuno capisce bene che cosa succede. Alla fine magari arruoleranno molte meno persone, ma nessuno sa che cosa veramente succederà. Certo molti stanno lasciando la Russia. E chi voleva andare a combattere è già partito.

Ma allora chi parte adesso?
Idioti che non sanno come evitare la chiamata, cinquantenni che non hanno un lavoro o una vita dignitosa. Così si farà di nuovo un grande esercito? Certamente no. Raccoglieranno tutto “materiale difettoso”.

Le proteste di questi giorni stanno avendo un effetto?
Tutte le proteste hanno effetto: innanzitutto perché la gente si accorge di non essere da sola e questo è importantissimo. I russi sono individualisti, hanno pochi amici. E quindi vedere che ci sono tante persone che la pensano come te ha un effetto positivo. Se avrà anche un effetto politico, è difficile da dire. Ci sono delle crepe anche nella polizia russa che non è più così forte come un anno fa. Se le proteste avranno la forza di prevalere non so, ma prima o poi avverrà. Il governo russo non è più così forte, non ha troppe persone leali. E lo dimostrano le elezioni comunali di Mosca dell’11 settembre: hanno votato il 10% degli elettori. Significa che la maggior parte delle persone non vuole avere niente a che fare con il governo quindi non sono leali al governo. Vado in giro tutti giorni e non vedo macchine con la “Z”, se non molto raramente. Dopo l’annessione della Crimea ce n’erano tante. Ora no.

Quanto la sentite reale voi la minaccia nucleare di Vladimir Putin?
La Russia ha nella sua storia l’esperienza di Chernobyl. Non sento nessuno dire che le armi nucleari sarebbero un buon modo per risolvere le cose. C’è una grande paura di una guerra nucleare. Io credo nel meglio e quindi credo che se Putin schiaccerà il bottone rosso, magari lo farà anche Shoigu e forse anche il capo di stato maggiore Valerij Gerasimov. Ma gli ufficiali che dovranno concretamente far partire le testate non lo faranno, perché hanno figli, mogli. Io credo nel meglio.

E che effetto fanno a lei le parole del Patriarca Kirill che invita ad arruolarsi e garantisce il paradiso?
Io non sono credente, ma da osservatore esterno mi sembra che nemmeno i fedeli della Chiesa ortodossa lo considerino molto e non c’è dubbio che in questo modo lavora per Putin e per il governo russo.

La vita sta diventando dura per le sanzioni?
Tutto è più caro, a volte del doppio o del triplo, c’è molta meno scelta, alcune cose non si trovano più, come la Coca-Cola, ma non direi che la situazione nei negozi è disastrosa. Certo le persone si stanno impoverendo.

Fonte: Sir
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