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Notizie del giorno: 150° Roma Capitale, coronavirus, memorandum Italia-Libia, visti Usa a immigrati, Brexit, incontro Cei Mediterraneo, sede Caritas vandalizzata

A cura dell'agenzia Sir

Notizie del giorno: 150° Roma Capitale, coronavirus, memorandum Italia-Libia, visti Usa a immigrati, Brexit, incontro Cei Mediterraneo, sede Carita...

Papa Francesco: Roma “deve essere casa di tutti”, è “grande risorsa per l’umanità”. “C’è domanda di inclusione” delle periferie

“La città deve essere la casa di tutti”. Ne è convinto il Papa, che nel messaggio per i 150 anni di Roma Capitale cita il Convegno sui “mali di Roma” voluto nel febbraio 1974 dall’allora cardinale vicario Ugo Poletti. “In partecipate assemblee di popolo, ci si pose in ascolto dell’attesa dei poveri e delle periferie”, sottolinea Francesco: “Lì, si trattò di universalità, ma nel senso dell’inclusione dei periferici. “È una responsabilità anche oggi”, l’imperativo del Papa: “le odierne periferie sono segnate da troppe miserie, abitate da grandi solitudini e povere di reti sociali”. “C’è una domanda d’inclusione scritta nella vita dei poveri e di quanti, immigrati e rifugiati, vedono Roma come un approdo di salvezza”, la tesi di Francesco: “Spesso i loro occhi, incredibilmente, vedono la città con più attesa e speranza di noi romani che, per i molteplici problemi quotidiani, la guardiamo in modo pessimista, quasi fosse destinata alla decadenza. No, Roma è una grande risorsa dell’umanità! Roma è una città di una bellezza unica. Roma può e deve rinnovarsi nel duplice senso dell’apertura al mondo e dell’inclusione di tutti. A questo la stimolano anche i Giubilei, e quello del 2025 ormai non è più lontano”. (clicca qui)

Coronavirus: Bruni, “nessuna allerta” in Vaticano, spedite in Cina 700mila mascherine

Il Vaticano ha spedito in Cina circa 600-700mila mascherine per aiutare a prevenire la diffusione del contagio da Coronavirus. Lo ha riferito il vicedirettore del Pontificio Collegio Urbano, Vincenzo Han Duo, al Global Times. A prendere l’iniziativa, insieme alla Farmacia vaticana e alla comunità cinese in Italia, l’elemosiniere del Papa, il card. Konrad Krajewski. In Vaticano, tuttavia, non c’è “nessuna allerta” per quanto riguarda l’epidemia del nuovo coronavirus. Lo ha dichiarato ai giornalisti Matteo Bruni, direttore della Sala Stampa della Santa Sede, specificando che “solo la Direzione di Sanità ed Igiene del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano ha diramato alle autorità preposte all’accesso allo Stato una nota informativa sul coronavirus (2019-nCoV)”. “Non sono in atto misure restrittive di alcun genere poiché allo stato attuale ritenute non necessarie”, ha assicurato Bruni. (clicca qui)
Intanto sono rientrati questa mattina in Italia i 56 connazionali che si trovavano a Wuhan; dopo le visite mediche all’aeroporto militare di Pratica di Mare (Pomezia), sono stati trasferiti nella città militare della Cecchignola per 14 giorni di quarantena. Dall’Istituto Spallanzani di Roma, è stato comunicato nel pomeriggio che il paziente straniero ricoverato nella serata di ieri in rianimazione è risultato negativo al test del nuovo coronavirus. Nel pomeriggio si è svolta anche la teleconferenza dei ministri della Salute dei Paesi del G7 durante la quale il ministro Speranza ha ribadito la necessità di un impegno comune a sostenere il Governo cinese nei suoi sforzi per affrontare l’emergenza e ha sottolineato l’esigenza di collaborare e condividere tutte le informazioni scientifiche utili a contrastare il virus.

Memorandum Italia-Libia: p. Ripamonti (Centro Astalli), “inaccettabile il rinnovo, gravi responsabilità”

Il rinnovo del Memorandum d’intesa sulla migrazione tra Italia e Libia – firmato la prima volta il 2 febbraio 2017 e rinnovato per altri tre anni senza modifiche – è per il Centro Astalli “inaccettabile già dal 2017”. Lo ha affermato oggi al Sir padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli, il centro dei gesuiti con sede a Roma che ogni giorno incontra “uomini e donne che portano negli occhi la paura per ciò che hanno vissuto in Libia”. “Torture e violenze – sottolinea padre Ripamonti – ritornano nei racconti dei migranti che accogliamo e sempre più spesso assistiamo persone segnate nel corpo da percosse e abusi. Per ciascuno dei migranti che incontriamo e per i tanti che rimangono intrappolati nell’inferno libico vogliamo ribadire la grave responsabilità che l’Italia ha nel rimanere ferma e nel rinnovare tacitamente un accordo con la Libia, inaccettabile già nel 2017”. In particolare, il Centro Astalli ritiene “inaccettabile” che le denunce anche molto recenti delle Nazioni Unite riguardo a gravi violazioni accertate dei diritti fondamentali in Libia, “siano rimaste inascoltate e non abbiamo sortito alcun effetto sulle condizioni in cui versano migliaia di uomini e donne nei centri per migranti in Libia”. (clicca qui)

Stati Uniti: vescovi contestano la restrizione di Trump per i visti agli immigrati. “Danneggerà famiglie innocenti”

Forte disaccordo con l’amministrazione Trump. I vescovi americani contestano l’ultima decisione del presidente che venerdì scorso ha emesso un ordine esecutivo con cui limita il rilascio di visti per gli immigrati provenienti da Myanmar, Eritrea, Kirghizistan e Nigeria e anche chi arriva da Paesi disagiati come Sudan e Tanzania non potrà più beneficiare di visti speciali, la cosiddetta “Visa diversity”. I vescovi delegati dalla Conferenza episcopale per occuparsi delle migrazioni a più livelli, dall’assistenza umanitaria alla libertà di religione, hanno emesso un comunicato congiunto con il presidente del Catholic Service Relief, la maggiore organizzazione caritativa per i migranti e la Caritas in cui denunciano apertamente il decreto che avrà un impatto anche sul ricongiungimento familiare e sugli aiuti ai migranti che sono stati forzati a rimanere nei Paesi messi al bando. L’arcivescovo José Gomez, presidente della Conferenza episcopale, continua a ribadire che l’accoglienza delle famiglie ha permesso “al nostro Paese di integrare le successive generazioni di immigrati nel tessuto della vita americana, consentendo loro di contribuire con la loro fede, i valori e i talenti a renderlo grande” ed esorta l’amministrazione a tornare sui suoi passi. (clicca qui)

Brexit: Johnson, “voglio avviare accordi con tutto il mondo”. Ma torna lo spettro del “no deal”

(Londra) Un occhiolino strizzato alla Ue e un altro agli Stati Uniti e all’Australia. Il primo discorso del premier Boris Johnson dopo l’avvio di Brexit, è stato, oggi, un inno al libero commercio che, ha detto il primo ministro, “ha sempre garantito prosperità per tutti” e una dichiarazione esplicita dei paletti di interesse nazionali che il Regno Unito intende rispettare. È tornato anche lo spettro del “no deal”, la tanto temuta mancanza di accordi commerciali con la Ue. Nella conferenza stampa che ha seguito il discorso pronunciato a metà giornata, infatti, Boris Johnson ha risposto con molta ambiguità a una domanda di un giornalista che gli chiedeva di escludere che la frattura con il mercato europeo possa diventare completa. “Voglio avviare accordi con tutto il mondo”, ha detto Johnson, evitando accuratamente di accantonare il “no deal”. (clicca qui)

Incontro Cei sul Mediterraneo: cardinale López Romero (Marocco), “un Sinodo sulle migrazioni per rafforzare l’azione della Chiesa alla luce del Vangelo”

Un Sinodo dei vescovi sulle migrazioni. “Sì, è un’idea che lancio. Perché il fenomeno delle migrazioni non è solo europeo. Lo vediamo dappertutto. È un fenomeno globale”. È il cardinale Cristóbal López Romero, arcivescovo di Rabat (Marocco), a lanciare la proposta e a spiegarla in un’intervista al Sir, parlando dell’Incontro sul Mediterraneo di Bari al quale il cardinale, come rappresentante del Marocco, parteciperà. “In Africa – dice – ci sono milioni di persone che si spostano da un Paese all’altro per ragioni politiche e anche economiche. E lo stesso succede in America Latina e in America del Nord, in Asia. È un fenomeno generale e problematico dappertutto. Il Papa è molto sensibile a queste situazioni. Si potrebbe quindi fare una riflessione sul fenomeno migratorio alla luce del Vangelo. Credo che questo aiuterebbe non solo la Chiesa ma tutto il mondo ad affrontare in maniera diversa questo fenomeno, obbligandoci tutti e ciascuno per la propria parte anche a cercare soluzioni nuove, sociali e economiche, che favoriscono sia l’inserimento delle persone nei loro Paesi di origine e sia lo spostamento in altri Paesi secondo il principio ben formulato dalla Chiesa italiana ‘Liberi di partire, liberi di restare’”. (clicca qui)

Diocesi: Torino, vandalizzata sede Caritas di La Loggia. È accanto alla parrocchia dove è stato affisso il cartello “Qui abita un ebreo, Gesù”

La sede della Caritas di La Loggia (Torino) devastata nella notte tra ieri e oggi: mobili a pezzi, documenti all’aria e circa 500 euro portati via. È accaduto nei locali (in uso alla Caritas appunto) della chiesa di san Giacomo il cui parroco, don Ruggero Marini, nei giorni scorsi aveva affisso alla porta un cartello con scritto “Juden hier! Qui abita un ebreo, Gesù”: una risposta alle scritte antisemite comparse a Torino e a Mondovì. Adesso il sacerdote dice: “Potrebbe esserci un collegamento, le coincidenze sono tante”. Un primo cartello con la stessa scritta, era già stato stracciato qualche giorno fa. “Dobbiamo stare attenti”, aggiunge don Ruggero, precisando: “È nostro compito non enfatizzare nulla, ma occorre anche non sottovalutare alcuna ipotesi”. Il parroco prosegue: “Potevano prendersela con me e non con la mia comunità. E poi, se quanto accaduto è davvero una sorta di vendetta per le mie posizioni dopo gli episodi antisemiti, sarebbe davvero un atto di vigliaccheria”. Sulla vicenda è intervenuto anche Pierluigi Dovis, direttore della Caritas diocesana di Torino, esprimendo vicinanza e solidarietà. “L’impegno profuso da anni nel farsi vicina alla vita di molte persone povere, di famiglie rese fragili dalla mancanza di lavoro, a minori soli nell’affrontare le sfide della vita, ad anziani in precario equilibrio resta a testimonianza di una presenza significativa per il territorio che merita rispetto e considerazione”, ha scritto Dovis in una nota, aggiungendo che “il furto subito certo non modificherà lo stile di servizio che ha nel dialogo, nell’ascolto, nel superamento di ogni tipo di barriera le sue dimensioni fondanti”. (clicca qui)

Fonte: Sir
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