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Viaggio apostolico

Papa in Bahrein: “I venti di guerra non si placano con il progresso tecnico"

Oggi la Messa allo stadio di Awali e l'incontro con i giovani: "Siate seminatori di fraternità per diventare raccoglitori di futuro"

Istantanea da Vatican News

“Ecco che cosa ci domanda il Signore: non di sognare irenicamente un mondo animato dalla fraternità, ma di impegnarci a partire da noi stessi, cominciando a vivere concretamente e coraggiosamente la fraternità universale, perseverando nel bene anche quando riceviamo il male, spezzando la spirale della vendetta, disarmando la violenza, smilitarizzando il cuore”. È l’audace proposta di papa Francesco lanciata questa mattina dal nell’omelia pronunciata alla Santa Messa, ad Awali, nel terzo giorno del viaggio apostoliconel Paese arabo.

"Gesù  - ha detto il Santo Padre - chiede “di amare come ha amato Lui. Come? In modo incondizionato: non soltanto quando le cose vanno bene e ci sentiamo di amare, ma sempre; non soltanto nei riguardi dei nostri amici e vicini, ma di tutti, anche dei nemici. Sempre e a tutti. Amare sempre e amare tutti: riflettiamo un po’ su questo”.

Il Papa ha messo in guardia dal rischio di vivere “un amore sentimentale o romantico come se nelle nostre relazioni umane non esistessero momenti di conflitto e tra i popoli non vi fossero motivi di ostilità”. Il Papa ha fatto riferimento ai rapporti quotidiani dove spesso si scontrano, anche dentro di noi, “amore e odio”, “la luce e le tenebre” ma poi la riflessione si è allargata a quanto sta accadendo “ai nostri giorni, in tante parti del mondo”. Il Papa ha parlato di “esercizi del potere che si nutrono di sopraffazione e violenza, che cercano di aumentare il proprio spazio restringendo quello degli altri, imponendo il proprio dominio e limitando le libertà fondamentali, opprimendo i deboli”.

“Dunque - ha argomentato il Papa - esistono conflitti, oppressioni e inimicizie. Di fronte a tutto ciò la domanda importante da porsi è: che cosa fare quando ci troviamo a vivere situazioni del genere? La proposta di Gesù è sorprendente, ardita, audace. Egli chiede ai suoi il coraggio di rischiare in qualcosa che sembra apparentemente perdente. Chiede di rimanere sempre, fedelmente, nell’amore, nonostante tutto, anche dinanzi al male e al nemico”.

“Ci saranno frizioni, momenti di tensione, conflitti, diversità di vedute, ma chi segue il Principe della pace deve tendere sempre alla pace”, dice il Papa dal Bahrein. “E non si può ristabilire la pace se a una parola cattiva si risponde con una parola ancora più cattiva, se a uno schiaffo ne segue un altro: no, serve ‘disinnescare’, spezzare la catena del male, rompere la spirale della violenza, smettere di covare risentimento, finire di lamentarsi e di piangersi addosso. Serve restare nell’amore, sempre: è la via di Gesù per dare gloria al Dio del cielo e costruire la pace in terra. Amare sempre”, “amare tutti”.

L'invito è stato ribadito anche nel pomeriggio ai circa 800 giovani riuniti nella Scuola del Sacro Cuore. “Siate campioni di fraternità! Questa è la sfida di oggi per vincere domani, la sfida delle nostre società, sempre più globalizzate e multiculturali”.

“Tutti gli strumenti e la tecnologia che la modernità ci offre non bastano a rendere il mondo pacifico e fraterno - ha osservato il Papa -. I venti di guerra, infatti, non si placano con il progresso tecnico. Constatiamo con tristezza che in molte regioni le tensioni e le minacce aumentano, e a volte divampano nei conflitti. Ma ciò spesso accade perché non si lavora sul cuore, perché si lasciano dilatare le distanze nei riguardi degli altri, e così le differenze etniche, culturali, religiose e di altro genere diventano problemi e paure che isolano anziché opportunità per crescere insieme. E quando sembrano più forti della fraternità che ci lega, si rischia lo scontro”.

“Vivere da fratelli e sorelle è la vocazione universale affidata a ogni creatura - ha sottolineato -. Voi giovani  -soprattutto voi - davanti alla tendenza dominante di restare indifferenti e mostrarsi insofferenti agli altri, addirittura di avallare guerre e conflitti, siete chiamati a ‘reagire con un nuovo sogno di fraternità e di amicizia sociale che non si limiti alle parole’ (Fratelli tutti, 6). Le parole non bastano: c’è bisogno di gesti concreti portati avanti nel quotidiano”.

Il Papa ha invitato gli studenti a porsi alcune domande: “Io sono aperto agli altri? Sono amico di qualche persona che non rientra nel mio giro di interessi, che ha credo e usanze diversi da me? Cerco l’incontro o resto sulle mie?”.  Ai giovani ha quindi chiesto di essere “seminatori di fraternità” per diventare “raccoglitori di futuro, perché il mondo avrà futuro solo nella fraternità!”.

Papa Francesco si è detto anche contento di “aver visto nel Regno del Bahrein un luogo di incontro e di dialogo tra culture e credo diversi”. La Scuola del Sacro Cuore ne è un esempio: “Nella pasta del mondo, siete voi il lievito buono destinato a crescere, a superare tante barriere sociali e culturali e a promuovere germogli di fraternità e di novità. Siete voi giovani che, come inquieti viaggiatori aperti all’inedito, non temete di confrontarvi, di dialogare, di ‘fare rumore’ e di mescolarvi con gli altri, diventando la base di una società amica e solidale. Questo è fondamentale nei contesti complessi e plurali in cui viviamo: far cadere certi steccati per inaugurare un mondo più a misura d’uomo, più fraterno, anche se ciò significa affrontare numerose sfide”.

Fonte: Sir
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