Pasqua in Medio Oriente
Scontri a Gaza. Da Silva (parroco): “Seguiamo con trepidazione gli eventi. Israele concede 300 permessi ai cristiani gazawi”
Negli scontri a Gaza ci sarebbero stati 16 morti e oltre 1400 feriti. Parla il parroco della piccolissima comunità cattolica

“Stiamo bene ma seguiamo con trepidazione quanto accade. La tensione era palpabile e ieri è scoppiata con la tragedia cui abbiamo assistito. Gli scontri si sono registrati al confine e dunque lontano dal centro dove siamo noi, nel quartiere orientale di Al-Zeitoun, a Gaza”. Così padre Mario Da Silva, parroco della comunità latina della “Sacra Famiglia” di Gaza (poco più di cento i battezzati) commenta all'agenzia Sir i gravi scontri avvenuti ieri, durante la “Marcia per il ritorno”, indetta da Hamas nell’ambito del “Land Day” (Giornata della terra) tra manifestanti palestinesi e l’esercito israeliano lungo la barriera difensiva tra Gaza e lo stato ebraico.
Il bilancio fornito dal ministero della sanità di Hamas parla di almeno 16 morti e 1.400 feriti tra i palestinesi. L’esercito israeliano dal canto suo accusa Hamas di “mettere in pericolo le vite dei civili e le usa a fini terroristici e di essere responsabile dei disordini violenti e di tutto quello che avviene sotto i suoi auspici”. Circa 17 mila i manifestanti impegnati a “lanciare bombe incendiarie e sassi verso le truppe israeliane che hanno risposto con mezzi di dispersione e sparando verso i principali istigatori”. Nonostante la tensione la piccola comunità cristiana di Gaza si è ritrovata lo stesso nella parrocchia per celebrare la Passione di Gesù e dice il parroco “c’era moltissima gente, di più degli anni scorsi. Un afflusso – spiega – dovuto ai permessi negati ai cristiani da parte di Israele. Tuttavia – rivela padre Da Silva – nella giornata di ieri è giunta la notizia che Israele avrebbe concesso circa 300 permessi. Ci prepariamo adesso a celebrare la Pasqua, anche se faremo tutto all’interno della chiesa. Continuate in questa Pasqua a pregare per noi”.
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