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Attacchi troll a Mattarella, hate speech e Russiagate: cosa sono e perché se ne parla

La Procura di Roma sta indagando per i presunti attacchi web al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dietro i quali si sospetta possa esserci l’azione di troll russi. La vicenda risale alle ore successive al diniego del Capo dello Stato rispetto alla candidatura di Paolo Savona come ministro dell'Economia

Foto agensir.it

#MattarellaDimettiti è l’hashtag con il quale è stata scatenata un’offensiva digitale contro il Presidente della Repubblica nella notte tra il 27 e il 28 maggio. Mentre negli Stati Uniti imperversa la tempesta del Russiagate e l’influenza dei social network cresce di intensità, proponiamo una breve guida per orientarsi tra i termini più utilizzati.

Attacchi informatici. A molti il nome di Jonathan James non suggerisce nulla ma è stato lui che sul finire degli anni ’90, appena sedicenne, entrò nei server allora ritenuti inviolabili di Nasa e Pentagono. Ottenne i codici della Stazione Spaziale Internazionale, costringendo la Nasa a riavviare i sistemi, e una condanna a sei mesi di arresti domiciliari. Da allora il fenomeno è cresciuto a livello esponenziale: sono stati 1.127 gli attacchi informatici “gravi” registrati ed analizzati nel 2017 da Clusit a livello mondiale, ovvero con impatto significativo per le vittime in termini di perdite economiche, danni alla reputazione e diffusione di dati sensibili. Di questi, il 21% è stato classificato di impatto “critico”. In termini numerici, la crescita rispetto al 2011 è del 240 per cento e del 7 per cento rispetto al 2016. Il 2017 si è caratterizzato per l’utilizzo di malware, per gli attacchi industrializzati realizzati su scala planetaria contro bersagli multipli e per la definitiva discesa in campo degli Stati come attori di minaccia.

Troll. La Procura di Roma sta indagando per i presunti attacchi web al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dietro i quali si sospetta possa esserci l’azione di troll russi. La vicenda risale alle ore successive al diniego del Capo dello Stato rispetto alla candidatura di Paolo Savona come ministro dell’Economia. In pochi minuti apparvero circa 400 nuovi profili su Twitter, riconducibili a un’unica origine, dai quali partirono migliaia di messaggi di insulti e di inviti alle dimissioni.

Il sospetto è che si sia trattato di operatori specializzati in troll, soggetti che interagiscono con gli altri sui social network allo scopo di provocare e suscitare reazioni.

Hate speech. L’Agcom ha avviato in questi giorni un procedimento per l’adozione di un regolamento finalizzato a garantire il rispetto della dignità umana e del principio di non discriminazione e di contrasto all’istigazione all’odio basato su etnia, sesso, religione o nazionalità nei servizi media audiovisivi. Contro l’hate speech è stato redatto anche il Manifesto della comunicazione non ostile, scritto e votato da una community di oltre 300 comunicatori, blogger e influencer che hanno preparato una carta con 10 princìpi utili a ridefinire lo stile con cui stare in Rete.

Copasir. Il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica è un organo bicamerale composto da 5 senatori e 5 deputati scelti in maniera tale da garantire comunque la rappresentanza paritaria della maggioranza e delle opposizioni. Il Comitato, presieduto da un esponente dell’opposizione, verifica in modo sistematico e continuativo che l’attività del Sistema di informazione per la sicurezza si svolga nel rispetto della Costituzione e delle leggi, nell’esclusivo interesse e per la difesa della Repubblica e delle sue istituzioni. Per l’esercizio di  questo compito, la legge ha attribuito al Comitato incisivi poteri di controllo e funzioni consultive. Il Comitato presenta una relazione annuale al Parlamento per riferire sull’attività svolta e per formulare proposte o segnalazioni su questioni di propria competenza.

Interferenze elezioni politiche. È di queste ore la notizia che Donald Trump vorrebbe essere ascoltato da Robert Mueller, il procuratore speciale che indaga sul Russiagate. Si potrebbe trattare, se venisse confermato dalle indagini, di uno dei più grandi scandali di politica internazionale che vedrebbe la Russia protagonista di azioni di intrusione nelle elezioni statunitensi del 2017 con il coinvolgimento dell’amministrazione Trump. Putin, infatti, avrebbe tentato di orientare l’opinione pubblica americana a vantaggio del candidato da lui sostenuto con il sostegno di attacchi informatici mirati ai danni del Partito democratico al fine di far trapelare informazioni dannose.

Fonte: Sir
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