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EMERGENZA SANITARIA

Coronavirus Covid-19, Scotti (Fimmg): “Non andare in ambulatorio ma telefonare al medico”

Alla luce dei nuovi contagi da coronavirus nel nostro Paese - al momento 17 - il segretario nazionale della Federazione italiana medici di medicina generale spiega il piano messo a punto per evitare il contagio al medico di famiglia

Foto: Dipartimento Protezione civile/Sir

Un triage telefonico e, in caso di sintomi sospetti, una visita domiciliare con mascherina, tuta, guanti e occhiali perché la parola d’ordine è curare i malati tentando di evitare i contatti a rischio. Alla luce dei nuovi contagi da coronavirus nel nostro Paese - al momento 17, di cui un 78enne morto in provincia di Padova - Silvestro Scotti, segretario nazionale della Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg), spiega il piano messo a punto per evitare il contagio al medico di famiglia.

“Il primo strumento per scongiurare i rischi di contatto è un triage telefonico”, esordisce. In presenza di sintomi sospetti, Scotti invita ogni paziente a contattare il proprio medico di famiglia che tramite una scheda appositamente predisposta potrà raccogliere il maggior numero di informazioni attraverso un triage telefonico - domande sui suoi contatti, capacità respiratoria, eventuali episodi di dispnea - per poter qualificare il caso”.  Di fronte a una “valutazione forte” di sospetto, il medico assicurerà al paziente la sua presenza nella gestione del caso, ma sarà un medico indicato all’interno della rete territoriale dei medici di base ad affrontare, dotato dei necessari dispositivi di sicurezza, il contatto domiciliare con questo o anche altri pazienti dedicandosi loro in maniera specifica. A lui il compito di “validare il sospetto o escluderlo. Se lo valida, verranno attivati i meccanismi dell’isolamento, domiciliare o ospedaliero in base alla gravità del paziente; in entrambi i casi andranno attivati i meccanismi per ottenere la valutazione sierologica”. Solo con queste precauzioni, sottolinea Scotti, si può tentare di prevenire “il rischio che la medicina generale venga contaminata. Se uno o più medici di famiglia vengono contaminati e messi in quarantena, che cosa accadrà ai loro pazienti?”.

I pazienti con sintomi sospetti di infezione da coronavirus non devono rivolgersi all’ambulatorio del medico di famiglia “rischiando di contaminarlo e quindi di farlo chiudere come è accaduto con il pronto soccorso dell’ospedale di Codogno”, ma devono contattare telefonicamente il proprio medico. Quanto al lavoratore invitato a restare in isolamento a casa, “come giustificherà la sua assenza? Il certificato di malattia non può essere rilasciato per legge al telefono ma solo dopo visita domiciliare entro 24 ore”, spiega Scotti. 

Di qui il suggerimento che “in questa fase il paziente possa autocertificare per i primi giorni, salvo conferma del medico che lo prenderà in carico a domicilio, il suo stato di isolamento”. “Lavoriamo a stretto contatto con il ministero della Salute -conclude il segretario nazionale Fimmg -. Due nostri rappresentanti partecipano quotidianamente alle riunioni della task force ministeriale e io, personalmente, sono in contatto con il ministro quasi tutti giorni”.

Fonte: Sir
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