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Coronavirus, il 70 per cento delle imprese artigiane coinvolte dalla crisi

Pubblicati i dati di un sondaggio effettuato dal Centro studi di Confartigianato tra le imprese associate fra il 27 febbraio e l’1 marzo

Marco Granelli, presidente di Confartigianato Emilia-Romagna

Secondo i dati elaborati dal Centro studi di Confartigianato, su un sondaggio effettuato tra giovedì 27 febbraio e domenica 1 marzo fra le imprese associate, il 51 per cento delle Mpi del Nord Italia (vale a dire delle regioni Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Trentino-Alto Adige, Lombardia, Piemonte, Val d’Aosta, Liguria ed Emilia-Romagna) rileva segnali concreti di riduzione dell'attività aziendale, mentre un ulteriore 19 per cento prevede di registrarli nelle prossime settimane. Nel complesso, seppur con tempi diversi, si prevede coinvolto dalla crisi il 70 per cento delle Mpi e delle imprese artigiane.

Le imprese intervistate indicano che nell'ipotesi in cui la situazione attuale si prolunghi, il fatturato mensile dell'azienda calerebbe del 25 per cento. Tra i macro settori più colpiti risulta pesante il calo del fatturato per Alimentare (-33 per cento) e Servizi (-25 per cento). Secondo i dati delle interviste, le Mpi del Nord segnalano un calo del fatturato decisamente più marcato (-37 per cento) qualora svolgano un’attività, direttamente o indirettamente, interessata dalla domanda turistica. Approfondendo il dettaglio, si registra un maggiore calo del fatturato nel trasporto (-44 per cento, con un picco del -68 per cento nel trasporto persone), panetterie, pasticcerie, rosticcerie e altri alimentari (-33 per cento), comunicazione: grafici, fotografi (-28 per cento), moda (-25 per cento), altri servizi (-24 per cento), benessere (acconciatura ed estetica) e legno-arredo (-23 per cento).

Sul lato dei ricavi e dell’attività commerciale il 48% delle imprese segnala una riduzione delle vendite. Il 22 per cento è colpita dalla cancellazione di fiere, eventi e iniziative, il 19 per cento dalla mancata o ritardata consegna delle merci ai clienti, il 18 per cento dalla cancellazione degli ordini e il 16 per cento dalla cancellazione di incontri di business.

“Questi dati suggeriscono una duplice riflessione - commenta Marco Granelli, presidente di Confartigianato Emilia-Romagna e vicepresidente vicario nazionale -. Ciò che emerge, a una prima lettura, è che il settore più colpito, nell’immediato, è quello del turismo, che mantiene però intatte le proprie prerogative d’attrazione. Confidiamo pertanto che nel momento in cui l’emergenza Coronavirus sarà risolta, il turismo interno e quello proveniente dall’estero, riprenda la sua marcia positiva. Ciò che preoccupa, invece, anche a lungo termine, è la sofferenza di comparti come quello della manifattura, i cui semilavorati hanno necessità di materie prime di importazione, quello dei trasporti e logistica e quello delle costruzioni. C’è inoltre da considerare la difficoltà a esportare le nostre merci, non solo alle multinazionali di Paesi vicini ma anche fra le aziende che si trovano in aree limitrofe alla cosiddetta ‘Zona rossa’. Questo porta a una necessaria rivalutazione degli aiuti, statali e di sistema, da portare alle imprese, che non devono limitarsi a quelle interne a tale area di contagio ma anche a quelle che si trovano nelle ‘Zone gialle’, perché saranno le prossime a risentire dell’emergenza e di un sensibile calo negli affari che già è percepibile”.

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