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25 marzo

Dante fra cinema, videogiochi e fumetti

In occasione del Dantedì, un breve excursus sulle ispirazioni dantesche nel mondo della cultura "pop"

Un fotogramma dal film "L'Inferno" (1911)

Non sono tante, nella storia del cinema, le pellicole sulla vita di Dante Alighieri, né le trasposizioni in celluloide della Divina Commedia.

A colmare la lacuna ci sta pensando il regista bolognese Pupi Avati. La sceneggiatura di Vita di Dante - questo il titolo dell’opera - è pronta da tempo, in attesa di adeguati finanziamenti. Le riprese inizieranno a metà maggio a Cinecittà per proseguire in Toscana e in Romagna, con la previsione di terminarle entro quest'anno, in cui si celebrano i 700 anni dalla morte dell’Alighieri. “Questo film è per me sacro e vorrei condividerne la sacralità anzitutto con la troupe perché tutti comprendano che non stiamo per fare un film qualsiasi”, ha detto il regista, intervistato qualche giorno fa dal quotidiano Avvenire.

Vita di Dante è anche il titolo di uno sceneggiato, piuttosto didascalico, in tre puntate, trasmesso dalla Rai nel 1965 per la regia di Vittorio Cottofavi con Giorgio Albertazzi nei panni del Poeta. È disponibile su Rai Play.

Il primo lungometraggio che porta al cinema il capolavoro fondante della letteratura italiana è invece L'Inferno di Francesco Bertolini, Adolfo Padovan e Giuseppe de Liguoro, pellicola muta del 1911, prodotta dalla Milano Films, un kolossal composto da 54 scene che ripercorrono con fedeltà la prima cantica della Commedia. Dello stesso anno è l’omonimo cortometraggio di Giuseppe Berardi e Arturo Busnego, nato per far concorrenza alla mega-produzione della Milano Films, precedendolo nell'uscita in sala.

Locandina del film "Dante's Inferno" del 1935

Locandina del film "Dante's Inferno" del 1935

Se le trasposizioni cinematografiche della Divina Commedia si fermano all’epoca del muto, sono diverse le pellicole d’ispirazione dantesca che si sono susseguite negli anni. Del 1935, a titolo esemplificativo, è l’hollywoodiano Dante’s Inferno (in Italia La nave di Satana) di Harry Lachman, dove Spencer Tracy è l’ambizioso gestore di un luna park, fra le cui attrazioni c’è un Inferno dantesco che finirà letteralmente a fuoco.

Dante è anche il protagonista di Dante’s Inferno, un videogioco della Electronics Arts, uscito nel 2010, dove il Poeta diventa un crociato e affronta le forze del male, uccidendo demoni e mostri per salvare l’amata Beatrice. Il videogame ha ispirato l’omonimo film d’animazione del 2010 di produzione Usa-Corea-Giappone.

Copertina del videogioco EA "Dante's Inferno"

Copertina del videogioco EA "Dante's Inferno"

La Commedia è approdata anche nel mondo dei fumetti. Le tre cantiche sono state tradotte in vignette da Marcello Toninelli e pubblicate, sul finire degli anni ’90, su Il Giornalino della San Paolo e poi raccolte in volume.

In Giappone ha avuto una notevole fortuna il manga di Go Nagai, che, sempre negli anni '90, ha adattato in dettagliate tavole a fumetti il capolavoro dantesco.

Molto nota fra gli appassionati di fumetto e ispirata alle storiche illustrazioni di Gustave Dorè, è L’Inferno di Topolino, di Guido Martina e Angelo Bioletto, prima della fortunata serie delle “Grandi parodie Disney”, pubblicata sulle pagine di Topolino fra il 1949 e il 1950. Il fumetto è in ristampa in questi giorni, in occasione del Dantedì, nel volume PaperDante (Giunti, 192 pagine, 12 euro) assieme al più recente L’inferno di Paperino (1987) di Massimo Marconi e Giulio Chierchini e a un inedito racconto illustrato, dove gli autori Augusto Macchetto, Giada Perissinotto e Andrea Cagol provano a immaginare l’infanzia di un Dante con becco e piume.

Copertina di Topolino n. 7 del 1949 (© Disney)

Copertina di Topolino n. 7 del 1949 (© Disney)

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