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Qualità della vita

Emilia-Romagna al top della classifica del Sole 24 Ore sulle città più vivibili per i giovani

Tre nuovi indici “generazionali” sul quotidiano di oggi premiano Cagliari per il benessere dei bambini, Ravenna per i giovani e Trento per gli over 65

Il Sole 24 ore di oggi

Cagliari si distingue per essere una provincia a misura di bambino. Ravenna un luogo attraente per i giovani. Trento svetta per il benessere degli anziani. Tre province molto diverse “vincono” la sfida della Qualità della vita declinata per i tre target generazionali, in base agli indicatori statistici selezionati dal Sole 24 Ore, presentati per la prima volta nell’edizione di oggi, lunedì 28 giugno.

Se per parlare di benessere in generale bisognerà aspettare la tradizionale classifica di fine anno, nel frattempo le tre nuove classifiche “generazionali” (ciascuna composta da 12 parametri) misurano con i numeri la vivibilità dei territorio per bambini, giovani e anziani. Gli indicatori sono stati selezionati per evidenziare particolari aspetti che influenzano la qualità della loro vita. Ad ogni parametro è stato poi assegnato un punteggio per ciascuna provincia da 1.000 a 0. E la classifica finale è il risultato della media dei punteggi conseguiti. Ne emerge un quadro nel quale, da Nord a Sud, i divari territoriali assumono purtroppo anche contorni generazionali.

Ottime performance per l’Emilia-Romagna

L’Emilia Romagna, oltre al primato di Ravenna, in cima alla classifica delle province più attrattive per i giovani, conquista anche gli altri 2 gradini del podio e conta in totale ben sei province presenti nella top ten di questa classifica (Ferrara 2°, Forlì-Cesena 3°, Piacenza 5°, Parma 6° e Bologna 8°); Ferrara e Ravenna sono presenti anche nella top della classifica delle province più attrattive per i bambini, posizionandosi rispettivamente 6° e 8°, mentre la classifica delle province più attrattive per gli anziani vede presenti nella top ten Ravenna (2°), Bologna (5°) e Parma (6°).

Sud sul fondo, tre le province capofila

Mentre si conferma il ritardo generale del Mezzogiorno che nelle tre graduatorie popola quasi sempre il fondo, è confrontando i singoli indicatori che si scoprono realtà locali complesse e sfaccettate. Basta fare alcuni esempi sulle tre province capofila. Cagliari, ad esempio, primeggia per numero di pediatri attivi e offre uno dei rapporti migliori tra retta dell’asilo nido e reddito medio dichiarato, offrendo il posto al 27 per cento dei bambini da 0 a 3 anni. Ma scende al 71° posto (sul totale delle 107 province) per qualità della vita dei giovani e al 25° per gli anziani. Tuttavia, nella stessa provincia i residenti sotto i 10 anni sono diminuiti del 14 per cento negli ultimi cinque anni, mentre è cresciuta (+11 per cento) la popolazione anziana. Ravenna e Trento, invece, sembrano unire diverse generazioni: entrambe, oltre ad essere rispettivamente in cima alle categorie giovani e anziani, si piazzano nelle top ten anche delle altre due categorie. E negli ultimi cinque anni, in queste due province, la popolazione giovane, tra i 18 e i 35 anni, risulta in crescita, seppur lieve.

Male le aree metropolitane

Nelle tre top ten, inoltre, pesa la quasi totale assenza delle grandi aree metropolitane, ad eccezione di Bologna (già prima per la Qualità della vita 2020) che guadagna l’ottavo posto per benessere dei giovani e il quinto per gli anziani. Milano e Roma appaiono solo nella top ten dedicata agli over 65 (rispettivamente in 10° e in 8° posizione), trainate dagli importi medi delle pensioni. Per i bambini, invece, si piazzano rispettivamente 42° e 18°, penalizzate dal ridotto spazio abitativo (a Milano 50 metri quadri in media per famiglia) e sprofondano al 76° e 106° posto per i giovani, anche a causa delle difficoltà di accesso alla casa ben rappresentate dagli affitti troppo elevati (la cui incidenza a Roma supera il 60 per cento sul reddito medio dichiarato). Male per i giovani anche Napoli (103°), dove si aggiungono le performance negative nel tasso di disoccupazione giovanile e nella minore incidenza di laureati.

Le curiosità

La pandemia ha fatto esplodere le disuguaglianze, a volte anche i conflitti generazionali, così come le lacune di alcuni territori. Colpisce il numero medio di studenti per classe, che varia dai 14 di Trieste ai 25 di Parma. A conferma delle crescenti difficoltà per i giovani che vogliono mettere su famiglia, inoltre, il quoziente di nuzialità (più elevato a Bolzano, 3,2 ogni mille residenti) nel 2020 è crollato a causa delle restrizioni imposte per contenere i contagi. L’età media della madre al parto del primo figlio, infine, è risultata ovunque superiore ai 30 anni (più bassa a Siracusa, 30,7 anni).

Emilia-Romagna al top della classifica del Sole 24 Ore sulle città più vivibili per i giovani
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