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Giorno della memoria, cardinale Zuppi: “Contrastare ogni forma di razzismo, anche digitale”

Mattarella: "Negazionismo è la forma più subdola e insidiosa del razzismo"

foto SIR/Marco Calvarese

La Giornata della memoria è “un appuntamento che impone a tutti non solo di ricordare la brutalità compiuta, ma di contrastare ogni forma di razzismo, antisemitismo e discriminazione” che “sono semi insidiosi, che riappaiono in maniera inquietante, che si nutrono di indifferenza e ignoranza, giustificano atteggiamenti e parole, sempre pericolose, come ad esempio il razzismo digitale”. Lo dichiara il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, in occasione della Giornata della memoria.

Per il cardinale, la ricorrenza del 27 gennaio “onora la memoria di quelle vittime, ci aiuta a capire il nostro passato (perché sono nostri fratelli e sorelle), a raccoglierne la dolorosa eredità consegnata perché ci rendiamo conto e non accada più”. Per il porporato “non si deve trasmettere soltanto un’informazione ma occorre toccare il cuore. In un momento così difficile, pieno di inquietanti semi di violenza, confrontandoci con la terribile logica della guerra frutto sempre della crescita di inimicizia e disprezzo della vita, la memoria delle vittime deve imporci un nuovo impegno per costruire un mondo di pace”. Citando Etty Hillesum, il cardinale Zuppi conclude: “Fratelli tutti, la grande visione riproposta da papa Francesco, è possibile a tutti e necessaria per tutti, consapevoli che non può essere solo un auspicio ma un impegno”.

(foto Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

(foto Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

Al Quirinale si è svolta la commemorazione con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “I principi che informano la nostra Costituzione repubblicana e la Carta dei Diritti universali dell’uomo - ha affermato il Capo dello Stato - rappresentano la radicale negazione dell’universo che ha condotto ad Auschwitz. Principi che oggi, purtroppo, vediamo minacciati nel mondo da sanguinose guerre di aggressione, da repressioni ottuse ed esecuzioni sommarie, dal riemergere in modo preoccupante - alimentato dall’uso distorto dei social - dell’antisemitismo, dell’intolleranza, del razzismo e del negazionismo, che del razzismo è la forma più subdola e insidiosa”.

“Le origini, lo sviluppo, le cause e le nefande conseguenze dell’avvento delle ideologie e dei regimi nazifascisti nel Vecchio Continente sono stati analizzati, interpretati e discussi sotto la lente di studiosi delle più diverse discipline: storici, filosofi, psicologi, giuristi, sociologi, economisti, politologi, teologi. La ricerca sulla Shoah continua a produrre, incessantemente, contributi nuovi e rilevanti”, ha osservato il Capo dello Stato. “Ma - ha proseguito - osservando, dall’alto e a distanza crescente di anni, il baratro di abominio e perversione culminato nelle camere a gas e nei forni crematori, si viene tuttora colti da un senso di smarrimento, di impotenza, di incredulità”.

“I cancelli di Auschwitz - ha aggiunto - si spalancano tuttora sopra un abisso oscuro e impenetrabile di cancellazione totale della dignità dell’uomo: il buio della ragione che, come avvertiva Goya, genera mostri”.

“Auschwitz - punta emblematica di un sistema e di un’ideologia perversi - è dunque il simbolo della mancanza di luce e di speranza, della negazione dell’umanità e della vita, l’indicibile, il non-luogo per antonomasia”, ha rilevato Mattarella che, concludendo ha voluto citare un biglietto di una tra le tante vittime sconosciute, seppellito e ritrovato nei pressi dei crematori di Auschwitz: “Sapete cosa è successo, non lo dimenticate, e tuttavia non saprete mai”.

Fonte: Sir
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