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Il dossier di Legambiente sul consumo di suolo in Emilia-Romagna

La critica: "La legge urbanistica del 2017 non ha funzionato, resta sempre meno suolo"  

(foto: pixabay.com)

Più di cinque anni entrava in vigore la legge urbanistica regionale (LR 24/2017), che avrebbe dovuto fermare il consumo di suolo in Emilia-Romagna. Legambiente oggi, in conferenza stampa a Bologna, ha fatto il punto su quanto, in accordo con la legge stessa, sia stato fatto dai Comuni per contenere l’avanzata del cemento.

"Quando venne varata la legge urbanistica regionale - riassume Legambiente - i suoi promotori, fin troppo ottimisti, puntavano ad abbattere del 60 per cento le previsioni di crescita del suolo urbanizzato rispetto alla tendenza calcolata al 2017. Il sole degli obiettivi, però, si è rivelato ancora una volta troppo incandescente per quel debole paio d'ali che l'uomo indossa ogni volta che è costretto a sacrificare i propri interessi per la tutela dell'ambiente: ne sono prova i numerosi casi documentati di nuove urbanizzazioni di ampie porzioni di territorio che sono state previste, attuate o in alcuni casi “sventate”.

L'eccessivo lasso di tempo concesso ai Comuni per realizzare i piani urbanistici previgenti e le ripetute proroghe dei termini di decadenza di tali piani, ha lasciato strada libera al consumo di suolo in Emilia Romagna e ha consentito di elaborare negli ultimi anni l’attuazione di nuovi interventi di urbanizzazione. La pandemia è poi stata sfruttata per prolungare questo “periodo di transizione”, così facendo la data di scadenza dei vecchi piani urbanistici si è sempre più allontanata, estendendosi fino al 1° gennaio 2024".

Per Legambiente "le proroghe hanno anche spostato la data entro la quale i Comuni si sarebbero dovuti dotare del Pug, Piano urbanistico generale, il nuovo strumento di pianificazione previsto dalla legge".

Da quanto emerge dai dati raccolti da Legambiente, dei 330 comuni della Regione Emilia-Romagna, a marzo 2023 erano solo 13 i Comuni dotati di Pug approvato. 177 invece le amministrazioni comunali ferme alla “Fase di studio preliminare”. 57 Comuni, infine, non avevano nemmeno ancora presentato questa richiesta.

Per Legambiente "dilazioni e deroghe contenute nel testo inficiano l’obiettivo di stabilire una soglia all’incremento del territorio urbanizzato, che dovrebbe corrispondere al 3 per cento delle superfici urbanizzate alla data di entrata in vigore della legge: basti pensare, ad esempio, al fatto che le aree utilizzate per l’attuazione dei piani previgenti non vengono calcolate per il raggiungimento di tale soglia".

All’interno del dossier di Legambiente sono contenuti una serie di casi esemplari, relativi a numerose province emiliano-romagnole, che attestano l’inefficacia di questa legge urbanistica: il suolo non cessa di essere divorato e continuamente vengono presentati progetti dal significativo impatto socio-ambientale. Da tutto ciò consegue il lassismo delle amministrazioni rispetto agli obiettivi proposti dalla legge e alla necessità di promuovere interventi di rigenerazione urbanistica e di riutilizzo degli spazi abbandonati.

Legambiente Emilia-Romagna sottolinea come il suolo continui ad essere sacrificato sul profano altare dell'urbanizzazione, ed evidenzia la necessità di un intervento legislativo efficace che proponga una legge nazionale contro il consumo di suolo e rafforzi la legge urbanistica regionale. "Occorre che le Amministrazioni locali abbiano il potere di intervenire identificando in modo autonomo e coerente con i criteri della pianificazione territoriale gli spazi destinati alle funzioni che più generano impatti negativi sul territorio, in primo luogo in termini di mobilità di persone e merci, evitando effetti boomerang sul territorio", ammonisce sempre Legambiente.

Richiamando i recenti disastri dell'alluvione alla mente dell'uomo, che troppo spesso e troppo velocemente si fa obliosa, l'associazione conclude dicendo: "A maggior ragione dopo i fenomeni meteorologici estremi e le alluvioni del mese scorso, che hanno dimostrato la necessità di ripensare la pianificazione del territorio allo scopo di ridurne l’artificializzazione e garantire più spazio per i fiumi, è fondamentale che si assuma una norma che preveda il saldo netto pari a zero per il consumo di suolo".

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Fonte: Comunicato stampa
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Il dossier di Legambiente sul consumo di suolo in Emilia-Romagna
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