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Incidenti stradali del 2017: una sconfitta che deve far riflettere

Preoccupano i dati resi noti da Aci e Istat sull'andamento dell'incidentalità stradale nel 2017

Incidenti stradali del 2017: una sconfitta che deve far riflettere

Preoccupano i dati resi noti da Aci e Istat sull'andamento dell'incidentalità stradale nel 2017, che vedonoun incremento di morti sulle strade del 2,9% rispetto all'anno precedente.

Come si legge nel comunicato inviatoci da Asaps, sono 3.378 i morti nel 2017, un incremento di ben 95 persone rispetto alle 3.283 vittime del 2016.

Non appare consolatorio il fatto che quest'anno gli incidenti siano diminuiti di appena lo 0,5% e i feriti siano in calo di un modesto 1%. Infatti, è probabile che gli incidenti rilevati dalle forze di polizia tendano a diminuire leggermente per il fatto che in caso di incidenti con feriti lievi le parti tendono a mettersi d’accordo per evitare le severe conseguenze della legge 41/2016 sull’Omicidio e lesioni stradali. Infatti la controprova è leggibile nel dato dei feriti gravi (17.000) che invece non diminuiscono.

Questo sfavorevole andamento, secondo Asaps, è il prodotto di una serie di fattori: la diminuzione costante delle pattuglie sulle strade, la messa sotto accusa di tutti gli strumenti di controllo della velocità e dell’esigenza della revisione annuale che ne blocca l’utilizzo di una percentuale che sfiora il 50% nel corso dell’anno. Si deve poi aggiungere lo stato, spesso disastrato, di molte strade statali e provinciali reduci dalle conseguenze di una incuria che dura ormai da anni.

In crescita del 11,9% le vittime fra i motociclisti. Anche l’incremento delle vittime fra i pedoni (5,3% in più rispetto al 2016) va letto nell'assoluta indifferenza dei diritti degli utenti deboli della strada, sommato al fattore distrazione dei conducenti di veicoli spesso abbinato all’uso indiscriminato del cellulare alla guida. Si deve poi tenere conto di una popolazione che invecchia e che è sempre meno reattiva e capace di intuire le condizioni frequenti e improvvise del rischio stradale.

Il preoccupante dato della mortalità sulle strade nel 2017 e i primi e poco incoraggianti elementi valutativi del 2018 dovrebbero indurre la politica a prendere velocemente  in considerazione la riforma del CdS e le altre misure appropriate e difensive della sinistrosità stradale.

In buona sostanza la sicurezza stradale dovrebbe riconquistare il ruolo che le spetta nell’agenda politica del Paese fra le emergenze prioritarie, se non altro per il fatto che la strada causa ancora più di 9 morti e quasi 700 feriti al giorno, di cui 46 gravi, con costi proibitivi per il sistema sanitario e sociale. Se rimane (ingiustamente) fredda la sensibilità verso i costi umani si calcoli quella dei costi economici.

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