CROLLO PONTE MORANDI
Infrastrutture, ponti e strade a rischio in Emilia-Romagna. Ugl si appella a Bonaccini
In Romagna il sorvegliato speciale è l’E45, con i sindaci di Ravenna e della Valle del Savio in provincia di Forlì-Cesena che hanno chiesto verifiche tecniche a ponti, viadotti, gallerie, lungo la strada che unisce Orte a Ravenna
“Chiediamo al presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, la convocazione urgente di un tavolo con i rappresentanti di tutte le organizzazioni sindacali e degli assessori incaricati su logistica, infrastrutture e mobilità per fare il punto sull'avanzamento delle opere infrastrutturali progettate e in itinere e accertarne i livelli di sicurezza ed i piani occupazionali legati alla manutenzione”. A intervenire è il segretario generale regionale dell’Ugl Emilia-Romagna, Tullia Bevilacqua. Una richiesta che arriva in seguito al dibattito, in corso a livello nazionale e anche in regione, avviato dopo la tragedia del crollo del Ponte Morandi a Genova che ha causato la morte di 43 persone.
In Emilia-Romagna il Codacons ha indicato una seria di manufatti che necessiterebbero di verifiche e indagini urgenti per accertarne il livello di sicurezza. Si tratta di tre ponti sul fiume Po a Viadana-Borretto (a Reggio Emilia), Colorno-Calsalmaggiore (in provincia di Parma), e Ragazzola-San Daniele, nei Comuni di Polesine – Zibello nel Parmense e di San Daniele Po nel Cremonese.
A Ferrara si contano i disagi per i lavori in corso (dureranno quattro mesi) a cura dell’Anas al ponte sul fiume Po, la struttura che unisce i comuni di Ferrara e Occhiobello. In Romagna il sorvegliato speciale è l’E45, con i sindaci di Ravenna e della Valle del Savio in provincia di Forlì-Cesena che hanno chiesto verifiche tecniche a ponti, viadotti, gallerie, lungo tutta la strada che unisce Orte a Ravenna.
In queste ore un esperto nazionale di infrastrutture come Giovanni Cardinali, ex ingegnere capo della Provincia di Arezzo, ha informato che l’E45 è da rifare, in quanto strada costruita con il vecchio cemento armato precompresso, sensibile al freddo, al vento, all’escursione termica, alla corrosione ed alla trazione, diventato tristemente noto a Genova. Materiale che sembrava perfetto negli anni ‘60 ma oggi assolutamente superato. Un’arteria realizzata prima della classificazione sismica di Bagno di Romagna e Pieve Santo Stefano località unite da un tratto di carreggiata recentemente crollato.
“Come sindacato chiediamo che si dia la precedenza alla manutenzione e alla sorveglianza del nostro patrimonio stradale. Chiediamo che si migliorino la sicurezza delle strade e si garantisca il lavoro di chi deve attuarne la manutenzione. Non si contano i casi di cantonieri ed operai coinvolti per primi nelle tragedie infrastrutturali, in strada, come in ferrovia. Chiediamo inoltre la verifica delle nostre strade montane dove viaggiano migliaia di studenti e lavoratori pendolari”, aggiunge il segretario generale regionale.
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