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Terzo settore

Recuperare il protagonismo della comunità per vincere il binomio Stato-Mercato

Le Giornate di Bertinoro 2020

Recuperare il protagonismo della comunità per vincere il binomio Stato-Mercato

Quest’anno sul colle di Bertinoro si sarebbero dovute spegnere le venti candeline per una ricorrenza importante, la XX edizione della “Cernobbio” che riunisce ogni anno gli operatori e i protagonisti del Terzo settore e dell’Economia civile. Tuttavia, a causa delle limitazioni imposte dal Covid-19, si sono dovuti rimandare i festeggiamenti che, però, come ha tenuto a precisare l’economista e presidente del comitato scientifico di Aiccon Stefano Zamagni, si terranno l’anno prossimo in presenza all’interno della suggestiva Rocca di Bertinoro.

La speciale edizione di quest’anno moderata dal direttore Aiccon Paolo Venturi, che si è tenuta in versione digitale il 9 e 10 di ottobre, ha visto la partecipazione di figure di peso del panorama nazionale e internazionale che si sono confrontate sul tema World-Making. Per un nuovo protagonismo del Terzo Pilastro. Nella sessione di apertura, la riflessione dell’economista Raghuram Rajan, già governatore della Banca centrale indiana dal 2013 al 2016, ha evidenziato come il malcontento e le problematiche della società odierna derivino da un progressivo affievolimento del ruolo della comunità rispetto al binomio preponderante Stato-Mercato. Le comunità nel corso degli ultimi decenni si sono viste private del potere decisionale e delle attività economiche. La dimensione locale è stata soppiantata da quelle nazionale e internazionale. Per quanto drammatica, questa pandemia globale rappresenta un’occasione di cambiamento e di ricostruzione che non possiamo sprecare. Il fenomeno della globalizzazione è certo utile, ma deve comportare benefici per tutti e non solo per alcune persone. Tra le possibili soluzioni, avanzate dall’economista indiano, si ricordano un ritorno dall’internazionale al locale, visto che certe decisioni e realtà non possono essere gestite se non da amministratori vicini alle comunità, che ne possiedono un’adeguata conoscenza. Potenziare il localismo è indispensabile, allora, per salvare la cooperazione e la globalizzazione, ma il localismo deve avere una dimensione inclusiva per portare frutto e per determinare la rinascita delle comunità. E, poi, servono investimenti mirati, in particolare in infrastrutture come la banda larga, per collegarle all'economia digitale, o il trasporto, per collegarle ai luoghi di lavoro, che vengano erogati a livello centrale, ma gestiti e redistribuiti dalle amministrazioni locali.

All’intervento di Rajan è seguito quello di Zamagni, che è partito nelle sue riflessioni da una lezione filosofica di Erodoto: “Le sofferenze [quelle serie] insegnano, perciò maggiore è l’insegnamento che deriva dalle grandi sofferenze”. Cosa ci sta insegnando questa pandemia e quali sono le valutazioni che bisogna porre in merito?

Innanzitutto acquisire nuovamente la virtù della prudenza che non significa assolutamente evitare le decisioni quanto piuttosto saper guardare lontano, per tendere al bene comune.

L’economista riminese ha chiarito nuovamente, come già fatto in precedenza da Rajan, che il modello Stato-Mercato non è corretto e va superato adottando un modello tripolare in cui la comunità svolga un ruolo determinante e vada a controbilanciare i rapporti tra i primi due: se tutto ruota intorno al pubblico e al privato, è ovvio che il pubblico finirà per stabilire degli accordi con il privato. Diverso è se il modello diventa tripolare con l’inserimento della comunità all’interno dello schema.

Zamagni ha concluso il suo discorso, affermando che oggi il Terzo settore è un “Prometeo incatenato” che attende di essere liberato. Come fare per slegarlo dai lacci che lo imprigionano? Tre sono i percorsi da intraprendere: 1) vincere la sindrome delle basse aspettative. Per fare questo è importante investire in alta cultura, creando scuole e investendo in esse. Per esempio l’AIL (Associazione Italiana contro le Leucemie-linfomi e mieloma) ha svelato il progetto di aprire una scuola nazionale di volontariato. Questa è la via giusta da perseguire; 2) Far comprendere la bidimensionalità del lavoro. Il lavoro non solo deve essere giusto, ma decente. Non basta solo creare posti di lavoro quanto dare vita a un buon lavoro dove la dignità della persona e il suo potenziale vengano rispettati. Nel lavoro l’uomo deve potersi realizzare e fiorire; 3) Rendicontazione non finanziaria. Occorre, quindi, tener conto nel bilancio di un’azienda anche degli aspetti ambientali, sociali e di governance visto che non esiste solo il mero aspetto materiale da tenere in considerazione.

“Ciò che non deve mai venire meno – ha concluso l’economista – è la speranza, la quale non è mai utopia. Essa si alimenta con la creatività dell’intelligenza politica e con la purezza della passione civica”.       

Tra i tanti interventi si ricorda anche quello del filosofo Luciano Floridi, professore a Oxford, che si è concentrato sul fattore C (Comunità), mettendo in risalto gli aspetti della cooperazione, collaborazione e del coordinamento. Enrico Giovannini, portavoce dell'Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, si è soffermato dal canto suo sul concetto di resilienza trasformativa che nei fatti significa affrontare le vulnerabilità: “La resilienza realizza lo sfondo di una comunità più inclusiva e pone le basi per strutturare il Terso pilastro”. Il sottosegretario di Stato al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Steni Di Piazza, ha chiarito la necessità di superare la dicotomia tra profit e non profit, andando oltre la cultura della massimizzazione del profitto e ha menzionato un disegno di legge, in cantiere in Senato, che prevede un pacchetto di misure a favore delle imprese cooperative di comunità, che operano per il bene comune. Eleonora Vanni, presidente Legacoopsociali, e Stefano Granata, presidente di Confcooperative Federsolidarietà, hanno ricordato i giovani che vogliono essere protagonisti del cambiamento. Le cooperative sociali devono riaprire quegli spazi all’interno dei quali trovino spazio la creatività e la generatività delle giovani generazioni senza creare loro impedimenti. Luigino Bruni, economista e direttore scientifico del comitato organizzatore di “The Economy of Francesco”, ha approfondito il concetto di comunità, sottolineandone il carattere ambivalente. Se è vero che, da una parte, non c’è vita buona senza comunità ed essa rappresenta per tutti la tanto ambita “terra promessa”, dall’altra non possiamo rinnegare il fatto che nella comunità avvengono anche le esclusioni ed emarginazioni. Dobbiamo darci da fare per tendere verso una comunità che includa e sappia accogliere al suo interno anche chi arriva da fuori. Il ministro per le pari opportunità e la famiglia, Elena Bonetti, ha rivendicato, invece, il ruolo essenziale della famiglia, come soggetto attivo e protagonista, per la ricostruzione e lo sviluppo della società. Centralità che deriva non solo dall’aspetto della genitorialità, ma anche da tutto un mondo di valori dei quali la famiglia è depositaria e che si impegna a trasmettere ai futuri cittadini. Infine, Sergio Gatti, direttore generale Federcasse-Bcc, ha approfondito il mondo della finanza civile, rimarcandone i punti di forza. Se guardiamo l’articolo 2 dello statuto delle Bcc, viene menzionato l’obiettivo specifico dell’agire di queste banche, che consiste nel favorire la coesione sociale e la crescita responsabile, oltre che sostenibile, dei territori nei quali operano. Lo statuto di Banca Etica, all’articolo 5, riporta che “la finanza eticamente orientata è sensibile alle conseguenze non economiche delle azioni economiche”. Il modello di banca locale, se ben gestito, risulta efficace per ridurre le disuguaglianze, favorire le relazioni e la crescita delle economie locali in termini di reddito, occupazione e sviluppo delle imprese. La finanza civile, perciò, si presenta come il lubrificante delle comunità, poiché è la “finanza del mentre”: mentre genera valore lo redistribuisce.

Il Terzo settore che anche nell’anno 2018 è risultato in crescita, secondo dati Istat, vede una platea di 359.574 realtà operanti, per la maggior parte concentrate nel centro-nord, che danno lavoro a 853.476 dipendenti.

La prossima edizione delle Giornate di Bertinoro per l’economia civile si terrà l’8 e il 9 ottobre 2021.

                                                                                                                                               

                                                                                                                                         

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