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Ridotto il calendario venatorio, la politca non ci sta

La Regione sta valutando la possibilità di ricorrere in appello contro l’ordinanza del Tar. Fdi e Pd concordi

(Pippofoto)

La Regione sta valutando la possibilità di ricorrere in appello contro l’ordinanza del Tribunale amministrativo di Bologna in cui si accolgono alcune misure sospensive di Ispra relative al calendario venatorio 2023/24. Nello specifico, l’apertura generale della caccia solo una giornata integrativa alla migratoria anziché due, nel periodo ottobre-novembre, e l’anticipo della chiusura di caccia di alcune specie.

La Regione, in una nota, ricorda che lo stesso calendario che era stato presentato nella stagione venatoria precedente, era stato approvato integralmente e non era stato oggetto delle prescrizioni cautelative che invece vengono introdotte quest’anno. La Regione inoltre è intenzionata a chiedere al Tar di pronunciarsi sulla vicenda prima possibile, e non a marzo 2024 come è stato calendarizzato. Questo perché la stagione venatoria a quell’epoca sarà già conclusa.

Bipartisan la critica della politica all'ordinanza del Tar. “A pochi giorni dall’apertura della stagione della caccia - dice Luca Bartolini, dirigente di Fratelli d'Italia Forlì-Cesena - è stata accolta la richiesta di sospensione di alcune parti del calendario venatorio dell’Emilia-Romagna per la stagione 2023/24 e così tutti i cacciatori della nostra regione che, a questo punto hanno già versato circa 500 euro per il rinnovo annuale della licenza, si vedono ridotti in maniera sensibile i periodi di caccia. Una beffa che sa tanto di sentenza a orologeria emessa all’ultimo momento per creare il massimo disagio a tante persone la cui unica "colpa" è di avere una passione perfettamente legale e ampliamente normata in ogni suo aspetto”. 

“Prendiamo atto della sentenza del Tar dell’Emilia-Romagna che ordina alla Regione di sospendere in via cautelare alcuni articoli che vanno a penalizzare in modo molto incisivo l’attività venatoria - affermano i consiglieri regionali del sottogruppo caccia del Gruppo Pd Emilia-Romagna -. L’ulteriore beffa è che sentenzia di entrare nel merito il 26 marzo 2024, a caccia chiusa, anche se di fatto la sospensiva significa già entrarci nel merito. È giusto ribadire che l’attività venatoria è legittima e regolata da leggi dello Stato e delle Regioni, purtroppo però, da anni, vi è l’abitudine di utilizzare i ricorsi giocando sulle lungaggini e i ritardi burocratici e procedurali per condizionarne il regolare svolgimento fino a tentare di impedirlo. È chiaro a tutti che la legge 157/92 che regola la caccia, come affermato dal Tar del Lazio, qualifica l’Ispra come organo scientifico e tecnico di ricerca e consulenza per lo Stato e le Regioni la cui funzione istituzionale non può, pertanto, essere quella di sostituirsi alle Regioni nel compimento delle proprie scelte in materia di caccia”.

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