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Istruzione in tempi di pandemia

Sindacati in sciopero a scuola finita

Sciopero unitario, lunedì 8 giugno, per cinque sigle sindacali: il settore scuola di Cgil, Cisl e Uil, Snals e Gilda. Una protesta un po’ surreale, a scuola (o meglio didattica a distanza) finita, che le sigle sindacali giustificano con una lettera aperta a studenti e genitori

La Camera del lavoro di Cesena

Sciopero unitario, lunedì 8 giugno, per cinque sigle sindacali: il settore scuola di Cgil, Cisl e Uil, Snals e Gilda.

Una protesta un po’ surreale, a scuola (o meglio didattica a distanza) finita, che le sigle sindacali giustificano con una lettera aperta a studenti e genitori: “vogliamo ritrovarci tutti a settembre nella nostra scuola, finalmente, dopo una lunga e faticosa separazione. Desideriamo ritrovare i sorrisi dei nostri alunni, sentirci nuovamente parte di una comunità viva e presente”.

I sindacati dicono un fermo no a soluzioni come la presenza di parte della classe a scuola e parte a distanza, evitando soluzioni: “che risulterebbero penalizzanti sia per chi studia, riducendo drasticamente il suo tempo di presenza a scuola, sia per le famiglie, chiamate a sostenere avvicendamenti e turnazioni in aula dei loro figli. Non vogliamo per loro una scuola a metà, sapendo oltre tutto come la didattica a distanza debba fare i conti in molti casi con ostacoli insormontabili”.

Per le sigle del settore scuola il tempo ormai stringe e bisogna ripensare tanto gli spazi quanto i numeri degli studenti nelle classi: “Per lavorare con classi e sezioni meno affollate, senza che per questo sia sottratta parte dell’offerta formativa e il fondamentale diritto di essere a scuola, servirebbero più spazi, obiettivo non facile, ma che si può ottenere riadattando quelli esistenti; serve dare continuità al lavoro di quanti da anni garantiscono la funzionalità delle scuole, ma serve certamente più personale, almeno per il tempo in cui sarà necessario adottare un’organizzazione del lavoro più complessa. Diversamente, saremmo condannati a una scuola dimezzata”.

Per questo i sindacati chiedono un piano di investimenti straordinari sul sistema scolastico: “Alle famiglie chiediamo di sostenere le ragioni di questa azione di lotta, il cui obiettivo non riguarda solo il personale scolastico e le sue condizioni di lavoro, ma l’intera comunità educante. Scioperiamo perché sia pienamente garantito il diritto all’istruzione dei figli insieme al diritto al lavoro delle loro madri e dei loro padri. Non vogliamo a settembre doverci accontentare di una scuola a metà”.

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