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TRADIZIONE E FORNELLI

Una settimana di cultura e gastronomia. Forlimpopoli città dei saperi e dei sapori

La manifestazione e i suoi 150 eventi sono stati inaugurati da una riflessione a tutto tondo sul cibo

Una settimana di cultura e gastronomia. Forlimpopoli città dei saperi e dei sapori

Caratteristica della “Festa artusiana”, giunta alla edizione numero 22, è l'interesse non solo verso il cibo, ma anche per la cultura che al cibo è collegata. Non poteva essere diversamente, nella città che diede i natali a Pellegrino Artusi, il grande gastronomo della cultura italiana. È stato perciò assai giusto che a inaugurare la manifestazione e i suoi 150 eventi sia stata una riflessione a tutto tondo sul cibo, nel convegno “Cucina senza”, che si è svolto nel pomeriggio di sabato 23 giugno a Casa Artusi. In un vero e proprio viaggio che comprende passato, presente e futuro della cucina italiana, durante la serata si discuterà il valore della rimozione negli ingredienti, così come nei piatti e nelle tavole, per arrivare infine agli stili di vita.

A intervenire il meglio della cultura gastronomica italiana: gli storici Massimo Montanari e Alberto Capatti con i rispettivi interventi “Senza fuoco” e “Artusi senza”, il semiologo Paolo Fabbri con “Senza posate”, il direttore del Centro interdipartimentale di Ricerca industriale sull’agroalimentare dell’Università di Bologna Marco Dalla Rosa con “Senza carne?” e lo scrittore Piero Meldini con “Senza niente?”. Ha moderato l’incontro Giordano Conti, presidente di Casa Artusi. In estrema sintesi, siamo sempre più proiettati verso un mondo che, nell'apparente abbondanza che ci circonda, si trova ad avere a che fare con le assenze: una richiesta di cibo, in particolare di carne, che non potrà essere soddisfatta, considerando che già oggi usiamo ben più delle riserve del pianeta. Ci servirebbero tre pianeti per dare soddisfazione a tutte le richieste dei mondi “sviluppati” e di quelli “in via di sviluppo”.

Che fare, allora? Il vegetarianesimo può essere una scelta, ma anche l'entomofagia, cioè il nutrirsi di insetti: fornitori di proteine senza colesterolo, se vengono visti con orrore da molte culture europee, in tante altre aree del mondo vengono consumati da secoli. Fa sorridere allora pensare che quel “senza” oggi inalberato da tanti prodotti alimentari, nell'esperienza dei nostri antenati era la quotidiana assenza dei cibi: una dieta obbligatoria che faceva deperire corpi e menti mentre dai faticosi lavori dei campi non c'era alcun riparo. La storia, come si vede, non manca di mostrare la sua ironia. La “Festa artusiana” terminerà il primo luglio.

Info: www.festartusiana.it

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