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Diocesi: Carpi, presa di possesso e inizio del ministero del vescovo Castellucci

Monsignor Erio Castellucci è così diventato il diciannovesimo vescovo di Carpi

Diocesi: Carpi, presa di possesso e inizio del ministero del vescovo Castellucci

Ieri, durante la Messa per la solennità di Maria Santissima Madre di Dio e la Giornata mondiale della pace, si sono celebrati, in cattedrale, la presa di possesso e l’inizio del ministero del vescovo Erio Castellucci alla guida della diocesi di Carpi. Insieme a lui, erano presenti all’altare il vicario generale, monsignor Gildo Manicardi, il vicario episcopale per la vita consacrata, padre Ippolito Tshibuabua, i canonici della Cattedrale, i parroci della città e i diaconi. Presente anche una rappresentanza delle autorità civili – guidate dal sindaco di Carpi, Alberto Bellelli – militari e membri dell’associazionismo di volontariato.

 Monsignor Erio Castellucci è così diventato il diciannovesimo vescovo di Carpi, oltre che arcivescovo abate di Modena-Nonantola, unendo così nella sua persona le due Chiese. La liturgia si è sviluppata attorno a gesti molto semplici. Prima della celebrazione dell’Eucarestia vera e propria, il vescovo ha bussato alla porta della sua nuova Chiesa Cattedrale che gli è stata aperta. Poi, l’arciprete del capitolo, don Luca Baraldi – questo il secondo gesto – ha offerto al bacio del vescovo il crocefisso e il catino con l’acqua memoria del battesimo, con la quale il presule si è segnato e ha asperso tutta l’assemblea. Giunti con la processione al presbiterio si è svolto il terzo segno, ossia il saluto liturgico dell’arciprete del Capitolo.

“Dato che già da cinque anni e mezzo mi è stato chiesto questo servizio nella Chiesa, posso esprimere con certezza, senza rischiare una finta umiltà, di sentirmi inadeguato: se già lo avvertivo per una diocesi, figuriamoci per due”, ha detto monsignor Castellucci nell’omelia, aggiungendo: “credo profondamente nell’azione dello Spirito Santo, dovunque vi siano germi di bontà, bellezza, verità. Tutto ciò non toglie il timore, anzi la certezza, di non essere in grado di andare incontro a tutte le attese, di soddisfare ogni richiesta di incontro personale e comunitario e ogni progetto pur bene intenzionato, di rispondere alle mille necessità e urgenze che si presentano. Per dissipare l’impressione che stia mettendo le mani avanti, aggiungo che comunque mi impegnerò a fondo, con la vostra preziosa collaborazione e la preghiera degli ammalati, perché il bambino che Maria oggi ci presenta porti luce, speranza, pace tra di noi”.

Fonte: Sir
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